Nuovo accordo fiscale sui frontalieri. «Il via dopo l’estate»

Italia-Svizzera L’iter parlamentare è stato riavviato. L’ok entro ottobre quando Mattarella andrà a Zurigo. Alfieri: «Puntiamo a evitare ulteriori modifiche in corsa»

Dopo la pausa forzata per le turbolenze politiche (per le sue posizioni definite filo-russe) che hanno interessato l’ex presidente della Commissione Esteri del Senato, Vito Petrocelli, riparte - seppur non con il passo deciso che una parte nutrita della politica d’oltreconfine avrebbe sperato, l’iter parlamentare per l’approvazione del nuovo accordo fiscale tra Svizzera e Italia. Lo ha confermato ieri a “La Provincia” il senatore varesino del Partito Democratico, Alessandro Alfieri, relatore del provvedimento al Senato.

Le tappe

«Siamo già d’accordo con la nuova presidente della Commissione Esteri (Stefania Craxi, ndr) che l’iter riparta in tempi molto celeri. Il primo passo riguarda però il Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze), che dovrà esprimere il proprio parere sugli emendamenti, parere che a cascata interesserà la Commissione Bilancio - sottolinea Alessandro Alfieri -. In questa direzione avrò in settimana un incontro con i tecnici del Mef per capire come ottimizzare i tempi. L’iter riparte dunque sia in Commissione Esteri che in Commissione Finanze, che saranno convocate già in questo mese di giugno».

Soprattutto dalla Svizzera - più che dalla politica italiana - erano giunti mugugni per questo nuovo stop forzato dell’iter parlamentare legato all’accordo fiscale tra i due Paesi, tanto che la vicina Confederazione ha auspicato che il provvedimento possa essere approvato dai due rami del Parlamento (Senato e Camera) entro la data - al momento si sa solo che sarà ad ottobre - in cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà a Berna e Zurigo in visita di Stato.

«L’obiettivo è che il testo emendato dell’accordo fiscale possa andare in aula entro l’estate. Stiamo lavorando a fondo affinché ciò avvenga - le parole di Alessandro Alfieri -. L’ideale è che poi l’accordo venga incardinato (cioè messo all’ordine del giorno, ndr) alla Camera già prima della pausa estiva, cosicché possa essere discusso e votato a settembre. L’idea di fondo è quella di non dar corso - alla Camera - ad ulteriori modifiche. Per questo, si stanno già coinvolgendo alcuni deputati per fare in modo che vi possa essere un’unità di intenti e di vedute, così da non dover dar corso a nuove modifiche».

Cantiere aperto

Nel frattempo, c’è anche tutta la questione riguardante l’assegno unico, che al momento vede i frontalieri esclusi per un cortocircuito normativo legato ai rapporti tra Stati. La Lega ha chiesto un incontro al ministero del Lavoro fissato per il 9 giugno. «C’è un tavolo di lavoro aperto - rassicura Alessandro Alfieri - ritengo, alla luce degli colloqui, che una situazione possa arrivare a breve». Dunque, ad oggi il nuovo accordo fiscale - che è bene ribadirlo entrerà in vigore, salvo clamorosi ribaltoni, il 1° gennaio - potrebbe davvero essere approvato entro la data in cui il Capo dello Stato sarà in visita in Svizzera. Il senatore Alessandro Alfieri ha poi fornito un ulteriore elemento di dibattito, dopo che - anche di recente - l’Udc svizzero è tornato alla carica sulla necessità che a margine dell’accordo venga dato il via libera all’accesso degli operatori svizzeri al mercato finanziario italiano. «Non è al momento all’ordine del giorno. Prima chiudiamo questa partita», la dichiarazione del senatore Pd.

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