Pasqua con sorpresa. Il rincaro del cacao
pesa sulle uova

In un anno prezzi cresciuti di sette volte. Crippa, direttore Icam: «Una situazione mai vista. Inevitabili le ripercussioni sui risultati delle aziende»

Una Pasqua tutta da verificare sui risultati di vendita delle uova, visto che il mercato in questo periodo dominato dalle impennate del prezzo del cacao che ha raggiunto in questi giorni gli oltre 10mila dollari a tonnellata rispetto ai 1.500 dollari di un anno fa.

Giovanni Agostoni, direttore commerciale di Icam Cioccolato, afferma che «sulle uova di cioccolato i rincari sono già arrivati ma in modo marginale rispetto a quanto ci aspettiamo accadrà a settembre. Sono in atto rincari forsennati di materia prima, dovuti a ragioni concatenate. I principali Paesi produttori di cacao, Ghana e Costa d’Avorio che da soli producono la metà della quantità mondiale di cacao, negli ultimi 3-4 anni hanno ridotto il raccolto di circa il 35%. Noi, per scelta, non compriamo da quei Paesi, ma altri loro grandi clienti ora non trovando più cacao da questi loro fornitori tradizionali cercano altrove e ciò condiziona disponibilità e prezzi».

Consolidamento

In questi giorni Icam Cioccolato ha diffuso i risultati di bilancio 2023 in crescita del 7% sul 2022 e che mostrano, ha dichiarato il direttore generale Adelio Crippa, «una crescita organica in tutti i nostri settori di produzione. La società si è dunque consolidata e rafforzata. Il patrimonio netto è cresciuto a 100 milioni di euro e l’indebitamento è calato portandosi a un terzo del patrimonio netto. Sono fattori – sottolinea Crippa – che rincuorano su una prospettiva di crescita 2024 che però nei risultati economici sarà particolarmente caratterizzata dalle dinamiche del costo del cacao. In proposito stiamo affrontando una situazione mai vista negli ultimi quarant’anni, con rincari che in un anno hanno toccato il +300%. Con i nostri clienti - nota Crippa - ci diamo la possibilità di una forchetta temporale in cui gestire al meglio i fortissimi incrementi e ciò comunque non comporta la scelta di diminuire l’apporto che abbiamo sempre dato ai nostri contadini delle cooperative nei Paesi di produzione».

La crescita di Icam dunque prosegue nonostante una situazione di mercato incontrollabile e incontrollata, in una dinamica generale che ne ricorda altre quali le impennate del prezzo del caffè un po’ di anni fa, la crisi del grano e i relativi costi della farina con lo scoppio della guerra in Ucraina, la crisi dell’olio per la contaminazione da Xilella.

Per il cacao quella di oggi è una situazione inimmaginabile fino a un anno fa, fra riduzione delle produzioni, piantagioni super utilizzate, vecchi contadini stanchi del lavoro, El Nino che crea problemi alle colture e relative speculazioni finanziarie.

I raccolti

Il cambiamento climatico ha messo in crisi molte piantagioni dell’Africa occidentale che hanno affrontato periodi di caldo estremo e siccità che hanno danneggiato i raccolti.

Icam attutisce in parte il colpo grazie alla possibilità di andare direttamente, per gran parte degli acquisti di cacao, direttamente dalle cooperative e anche grazie a un’oculata politica di magazzino.

In questi giorni l’azienda ha distribuito oltre 26mila uova di cioccolato a 300 associazioni in Lombardia, in maggior parte a Lecco e a Como: «Le abbiamo destinate – afferma Luca Barindelli, marketing&communication coordinator di Icam – a realtà di vario genere, dai reparti pediatrici agli oratori, al volontariato sociale, a enti benefici come nostro gesto concreto di solidarietà».

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