Settimana della Moda di Milano. «Finalmente il ritorno dei buyer dal Far East»

Il bilancio A Milano 165 eventi, ultimo atto con Armani. Mario Boselli, presidente della Fondazione Italia-Cina: «Boccata di ossigeno in particolare per le nostre Pmi»

Si è conclusa ieri con grande successo la settimana di Moda Milano Donna. In sette giorni si sono concentrati 165 appuntamenti: 59 sfilate, 54 fisiche e 5 digitali, 70 presentazioni, 7 presentazioni su appuntamento e 29 eventi tra cui mostre di grande spessore culturale.

L’ultimo atto è stata la serata di gala di cui è stato protagonista assoluto Giorgio Armani, quasi a mettere un suggello a una settimana che si potrebbe condensare in due aggettivi, sensuale e sartoriale.

Tante le celebrities nelle prime file dei più noti brand: Kim Kardashian, Salma Hayek Isabelle Huppert, gli attori di “Mare Fuori;dal palco di Sanremo i Maneshkin, Gianmaria, Salmo, Blanco. E poi influencer, socialities, ex e neo top model. Ma, soprattutto, si sono visti compratori di tutto il mondo grazie anche al supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e di ICE Agenzia,CNMI che continua a promuovere l’arrivo nel capoluogo lombardo di buyer internazionali nell’ottica di un supporto concreto ai brand che necessitano di creare rapporti diretti con player globali.

Molti gli arrivi dal Far East, le boutique “grandi firme” nuovamente affollate da acquirenti con gli occhi a mandorla.

«Finalmente la Cina si è riaperta dopo il blocco causato dalla pandemia - dichiara Mario Boselli, presidente della Fondazione Italia Cina e presidente onorario di Camera Nazionale della Moda - sono arrivati in tanti dall’ex Celeste Impero, oltre a coreani e giapponesi. Una boccata d’ossigeno soprattutto per le piccole e medie aziende del fashion che non hanno una rete di distribuzione in quel mercato, i big brand infatti hanno continuato a vendere anche durante il lockdown grazie ai loro canali di vendita». Boselli tiene poi a sottolineare come le nuove collezioni dell’autunno-inverno 2023-24 abbiano virato su prodotti continuativi e più durevoli.

«Milano si conferma la capitale del pret-à-porter di lusso, grazie anche alla filiera a monte del mondo dello stile, in grado di proporre ogni stagione materiali di grande ricerca e altissima qualità - continua Boselli - la spinta verso la sostenibilità, il rinnovato amore per l’artigianato , l’attenzione alle materie prime e alla loro provenienza, la ricerca anche delle grandi maison del duraturo in opposizione al fast fashion avvantaggiano la nostra industria rispetto ai competitor».

Le firme comasche

Questa piega, presa dalle firme in passerella, è da sempre nel Dna dei marchi comaschi presenti nel calendario milanese: Carlotta Canepa si è distinta con una proposta improntata sulla sostenibilità, argomento irrinunciabile nel suo fashion concept di attiva sostenitrice, a livello internazionale, di interventi a favore di un guardaroba rispettoso dell’ambiente.

E lo stesso vale per Gianni Tolentino, protagonista di un défilé alla Fabbrica del Vapore. Le sue modelle hanno sfoggiato i nuovi capi tra le opere di Andy Warhol, in mostra a Milano. Dress di seta, leggeri e raffinati, con motivi stampati “omaggio” al pittore Simbolista Berbero Massinissa Askeur che vive e crea ormai da anni in Lombardia. «Ancora una volta - tiene a sottolineare Tolentino - ha voluto utilizzare tessuti di fibra naturale e certificata made in Como per celebrare le competenze delle maestranze e delle aziende del nostro distretto».

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