Stop agli svizzeri in Italia
Oltreconfine +11%
per i supermercati

Vendite dei negozi ticinesi in forte crescita nel 2020 a causa della prolungata limitazione ai valichi di frontiera

Nel giorno in cui le associazioni economiche ticinesi al gran completo hanno preso carta e penna e scritto al Governo di Bellinzona, chiedendo a gran voce un intervento su Berna per «porre fine a questa politica di chiusure indiscriminate», il sempre solerte ufficio federale di Statistica fa sapere che i supermercati svizzeri - con il “turismo degli acquisti” e “della spesa” verso la vicina Italia a lungo off limits a causa delle restrizioni in essere - hanno incassato nel 2020 qualcosa come 30 miliardi di franchi.

Una cifra record che, in termini percentuali, vale l’11% in più rispetto al 2019. In media, la quota destinata alla spesa da ogni singola famiglia si è attestata a 7680 franchi, l’equivalente di 7050 euro.

Nel dettaglio, dicembre ha rappresentato un mese di assoluto rilievo, considerato che - come conferma l’ufficio federale di Statistica - «il volume d’affari del commercio al dettaglio corretto in base all’effetto dei giorni di vendita e dei giorni festivi è salito del 3,5% in termini nominali rispetto allo stesso mese dell’anno precedente». In particolare, è stato il segmento del commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacchi a segnare l’aumento maggiore in termini percentuali - nel raffronto tra dicembre 2020 e l’analogo mese del 2019 - con un segno “più” pari al 13,3%. Per il comparto non alimentare, invece, l’incremento si è ridotto allo 0,1%.

In base ai numeri forniti da Berna, nell’anno che si è da poco concluso è stato il “kilometro zero” a farla da padrone, tenendo conto che ogni famiglia ha speso 820 franchi in media per acquistare prodotti bio.

Il report dell’Ufficio federale di Statistica dice anche che «nel 2020 le economie domestiche della Svizzera occidentale hanno speso il 4% del loro budget in pesce a fronte del 2,1% nella Svizzera tedesca». Da Berna è arrivata anche la conferma che «il commercio al dettaglio è il principale canale di vendita per l’agricoltura svizzera».

L’attenzione è ora rivolta ai mesi a venire, con il Governo federale che mercoledì prossimo comunicherà le proprie decisioni in merito ad un eventuale allentamento delle restrizioni in essere per bar, ristoranti e negozi su base cantonale. Berna sembra però intenzionata a non mollare la presa, con le varianti al Covid che fanno sempre più paura.

Da qui il grido d’allarme delle Associazioni economiche ticinesi, che nella lettera di ieri hanno ribadito un concetto che da tempo tiene banco nel Cantone di confine e cioè che «se l’economia non regge vengono a mancare i mezzi per sostenere la salute e la socialità. È un concetto molto semplice che il Consiglio Federale sembra aver perso completamente di vista». Marco Palumbo

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