Tamborini (Smi) sui 15 milioni per le fibre naturali. «Bene, ma niente sprechi»

Tessile Il presidente di Smi Sergio Tamborini sulla legge per il Made in Italy «Risorse preziose, ora non finanziamo aziende inattive o fuori mercato»

«Quello del 2023 è un bilancio a due facce: la prima parte dell’anno è stata molto positiva, mentre nella seconda sono emersi i primi segnali di congiuntura con una forte riduzione dei volumi. Per il 2024 prevediamo una sofferenza fino a maggio-giugno. Le difficili situazioni internazionali, legate ai conflitti in essere, non permettono di fare previsioni a lungo termine, benché il settore dell’alto di gamma si sia spesso rivelato un’area rifugio». Ieri Sergio Tamborini ha delineato lo scenario complesso del Tessile Abbigliamento e tracciato un bilancio del suo primo biennio di presidenza. In questo periodo l’associazione ha consolidato il rapporto con le istituzioni nazionali ed europee, raggiungendo risultati significativi. Vedi l’intervento presso i Ministeri di riferimento per l’ottenimento della proroga della scadenza della “sanatoria” del credito d’imposta per ricerca e sviluppo, posticipata al 30 giugno del 2024. Con l’approssimarsi della nuova scadenza, verificheremo se sarà necessario chiedere un’ulteriore proroga».

Continua, inoltre, il dialogo costante con le istituzioni ed i ministeri Mimit, Maeci e Mase per tutte le tematiche sensibili per la tutela dell’unicità della filiera nazionale e in particolare per la introduzione della “responsabilità estesa del produttore” (cd. EPR) per il settore Tessile-Moda.

Le normative

«Purtroppo ad oltre due anni dall’inizio dei lavori presso l’attuale ministero dell’Ambiente per l’introduzione di un regime EPR, peraltro già vigente in diversi Paesi europei, la situazione è ancora di stallo - ha lanciato un j’accuse il presidente - probabilmente per gli ostacoli posti dalla amministrazioni che incassano la Tari e dai termovalorizzatori che grazie alle tecnologie più avanzate sono in grado di trasformare certi scarti tessili in energia. Contro l’incertezza temporale sull’emanazione del decreto continueremo comunque a sollecitare una risposta pronta da parte delle istituzioni».

Nell’attesa Tamborini ha promosso la costituzione del consorzio Retex.Green, realtà no-profit creata da produttori della filiera moda, per la gestione dei rifiuti provenienti dai prodotti tessili, abbigliamento, pelletteria e calzature. Negli anni 2022 e 2023 è stato decisivo inoltre l’impegno di Sistema Moda Italia anche per tutte le attività legate ai finanziamenti alle imprese per digitalizzazione e innovazione. Grande attenzione è stata ai più giovani per riuscire nei prossimi anni a colmare il divario tra gli addetti che lasceranno il lavoro per raggiunti limiti di età e l’avvicendamento con le nuove leve, protagoniste della “svolta della filiera della moda” verso la sostenibilità e la circolarità dell’industria.

Tamborini ha annunciato un impegno sempre maggiore sui tavoli della politica nazionale ed europea, attraverso Euratex e anche come azione diretta. «Chiediamo una tempistica corretta che non distrugga l’industria manifatturiera per attuare la normativa Ue che deve essere applicata anche ai prodotti d’importazione».

Sostenibilità

Il presidente ha anche ricordato le due edizioni di successo del Venice Sustainable Fashion Forum. Il summit è diventato un vero e proprio think tank dove si approfondiscono gli sviluppi delle tematiche di sostenibilità ambientale e sociale nel fashion a livello internazionale.

Ultimo commento sull’ok al disegno di legge sul Made in Italy che avrà una dote da 1 miliardo in due anni. Circa 15 milioni sono destinati al settore delle fibre tessili naturali e provenienti da processi di riciclo. «Mi auguro che questi fondi servano a sviluppare la bachicultura in Italia, visto che importiamo il 95% della seta dalla Cina, e soprattutto non vadano a finanziare aziende inattive o fuori mercato».

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