
Economia / Como città
Giovedì 24 Luglio 2025
Tassa sulla salute, decreto in arrivo. E tra i frontalieri sale la protesta
Confine Imminente la misura per la riscossione, in Lombardia prelievo al minimo (3%). La Cgil: «Contribuzione volontaria». I lavoratori sui social: «La legge va cancellata»
Como
Il decreto attuativo per dar corso alla riscossione della “tassa sulla salute” è in fase di attuazione al ministero della Salute in accordo con il Mef (il ministero dell’Economia e delle Finanze). È questo uno degli aspetti di rilievo emersi durante l’ora e mezzo di confronto avvenuta martedì a Palazzo Lombardia, sede della Giunta regionale. Decreto che dunque sarà pronto nelle prossime settimane.
L’incontro
In questo contesto, Regione Lombardia ha deciso di applicare la quota minima del 3% dentro la forbice prevista tra il 3 e il 6%. «Da parte delle organizzazioni sindacali è arrivato il suggerimento finalizzato a modificare nuovamente la Legge in Parlamento - ha fatto notare Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale dei frontalieri della Cgil -. Modifica che si traduca in un contributo volontario rispetto all’applicazione impositiva della legge. Contributo volontario che per poter garantire un gettito dovrebbe generale un controvalore attraverso un welfare di frontiera. Il presupposto è però che sia volontario. Ipotesi respinta da Regione che tuttavia si è detta pronta a chiedere al Governo che circa il 30% del gettito possa essere utilizzato per rispondere alla richiesta di costituire un welfare di frontiera».
L’esito dell’incontro convocato a Palazzo Lombardia ha subito “occupato” i gruppi social riservati ai frontalieri. «La legge non deve essere modificata, ma cancellata - si legge in uno dei tanti commenti -. Altro che contributi volontari e welfare». «Ogni discorso che ruota attorno alla “tassa sulla salute” parte dal presupposto che questo provvedimento è incostituzionale - si legge in un altro commento -. Ogni proposta va respinta al mittente, che riguardi un welfare di frontiera o altro. La norma è incostituzionale».
Le organizzazioni sindacali, nonostante il periodo estivo e il mese d’agosto dietro l’angolo, hanno già ufficializzato una serie di incontri con i lavoratori per spiegare i contenuti dell’incontro di martedì a Palazzo Lombardia e così le tappe future. In questo contesto c’è da registrare anche la presa di posizione della forza politica “Patto per il Nord” che ha definito «la tassa sulla salute inutile e dannosa», anche in virtù del fatto che «servono investimenti strutturali e non soluzioni-tampone». «Non sarà certo la “tassa sulla salute” a fermare l’emorragia dei lavoratori frontalieri impiegati nel comparto sanitario - rimarca “Patto per il Nord” -. Chi lo pensa è in malafede».
L’accordo
Il dibattito resta dunque più che mai aperto. E anche oltreconfine si guarda con attenzione a ciò che accadrà nelle prossime settimane e così nei mesi a venire, ricordando che di “tassa sulla salute” si era occupato con un’interrogazione a Berna il senatore ticinese Fabio Regazzi. In realtà la Svizzera ha sin qui nicchiato rispetto a un provvedimento che la vicina Confederazione ha ritenuto in larga parte una forzatura rispetto ai dettami del nuovo accordo fiscale in vigore dal 17 luglio 2023.
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