Tax free, dimezzata la soglia di spesa: 70 euro. Altra spinta per lo shopping di frontiera

Confine La nuova misura è contenuta nella legge di bilancio ed entrerà in vigore l’1 febbraio. I commercianti ticinesi: «Qui prezzi più bassi che da voi, in aumento la clientela comasca»

«L’annuncio del tax free sul vostro lato del confine già a 70 euro contro gli attuali 150 sta facendo perdere di vista il nodo centrale di quanto sta accadendo da tempo lungo la frontiera e cioè che da voi i prezzi sono notevolmente aumentati e così diversi clienti comaschi e italiani si rivolgono per gli acquisti nei negozi d’abbigliamento - ma non solo - di Chiasso. E non c’è franco forte che tenga». Con una dichiarazione “in contropiede” l’ex presidente della Società Commercianti del Mendrisiotto nonché storico titolare di un negozio d’abbigliamento in corso San Gottardo a Chiasso, Carlo Coen, ha così posto sul tavolo un altro elemento di dibattito ai due già in essere ovvero il via dal 1° febbraio al rimborso del tax free per chi farà acquisti in Italia già a partire da 70 euro (contro gli attuali 150) da un lato e la proposta di dimezzare a 150 franchi la franchigia sugli acquisti all’estero (sponda svizzera) dall’altro.

La Rsi ha evidenziato «una certa preoccupazione per i commercianti soprattutto del Mendrisiotto» e così delle zone più vicine al confine, derivante dal fatto che «settanta euro è un limite molto basso. Si tratta di una cifra destinata a favorire ulteriormente un fenomeno ben presente come il turismo degli acquisti», ricordando che già oggi il 53% dei ticinesi ha ammesso di recarsi regolarmente in Italia per la spesa e, in quota minore, per lo shopping.

«Non sarei così pessimista - aggiunge Carlo Coen -. Da quello che noto, periodo natalizio incluso, la corsa ai negozi di Como non c’è stata. Per contro abbiamo registrato un aumento dei clienti comaschi e italiani, a cominciare dalla zona del Milanese, che - parlo per la realtà a me vicina - hanno abbinato visita o esami nel centro medico a ridosso del confine per acquistare un capo d’abbigliamento nel mio negozio. Si parla tanto di franco forte, che dal mio punto d’osservazione spinge i ticinesi a venire in Italia per una cena al ristorante o a base di sushi nonché per un fine settimana sul vostro bel lago, ma non certo per aumentare le capacità di spesa nei negozi d’abbigliamento. E questo dimezzamento del tax free spinge ancor più il livello verso i ceti medio-bassi, che dunque non possono permettersi determinate cifre». Di fatto, a margine dell’annuncio della data in cui il tax free a 70 euro sarà realtà, l’ex presidente della Società commercianti del Mendrisiotto ha riportato in auge una battaglia sullo shopping di confine intrapresa ad inizio 2022 proprio attraverso le dichiarazioni al vetriolo rese al nostro giornale. Battaglia legata ai tempi alle limitazioni anti-Covid (leggasi Green Pass) che la vicina Svizzera aveva rapidamente depennato, mentre sul nostro lato del confine erano rimaste in vigore ancora per qualche tempo.

Le ricadute

È chiaro che ora bisognerà capire quanto e come questa nuova misura varata dal nostro governo inciderà sugli acquisti di confine, anche se in questo momento è soprattutto il franco ai massimi sull’euro dal 2015 in poi a dettare le regole del gioco sia per il potere di spesa (di per sé già elevato) dei frontalieri sia per i tanti ticinesi che si rivolgono ai supermercati ed agli ipermercati strategicamente presenti a ridosso della frontiera.

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