Tessile, gli ordini in brusca frenata: «Ora mesi duri»

Il dibattito Dopo diciotto mesi di crescita straordinaria anche il distretto comasco accusa il calo del mercato. Tessuto: «Temo che si prospetti un pesante inizio 2024»

Stupore e incertezza per l’improvviso calo degli ordini in autunno che segue una stagione per il tessile, tra il 2022 e la prima parte del 2023, più che buona: per Federico Colombo, presidente del gruppo tessili di Confindustria Como i dati si confrontano con un 2022 dove c’è stata una sovraproduzione in tutte le linee «sia nel lusso, che nello sport, che per il mercato medio. Abbiamo conosciuto una crescita anomala lo scorso anno che sfalsa i parametri di questo – ha spiegato il presidente a fronte dei dati della produzione industriale del terzo trimestre del 2023 che sono in calo, in Lombardia, in tutti i settori. Tra questi il tessile dove si registra una delle contrazioni più forti – ma, nonostante quello che auspichiamo essere una contrazione temporanea, il tessile è un settore dove si continua a investire in formazione e in innovazione. Significa che le imprese ci credono e hanno ragione. Abbiamo dimostrato, in questi anni di innumerevoli difficoltà, una capacità di reazione unica grazie alla capacità di creare un prodotto che ha un valore tale da renderci differenti sui mercati internazionali».

«Un calo della produzione del 9% è tanto, tantissimo - ha constatato Alessandro Tessuto, imprenditore - abbiamo avuto un gennaio, febbraio, marzo eccezionali. Fino a metà aprile gli ordini e la produzione erano ottimi. Poi il mondo è crollato. i primi segnali di una contrazione dell’abbigliamento e dell’accessorio sono comparsi in estate. Ora le prospettive di inizio anno sono particolarmente complicate perché, se non arrivano ordini adesso, nei mesi tra ottobre e novembre si raccolgono in genere le indicazioni dei clienti, penso che il primo trimestre del 2024 sarà molto duro. Si tratta di combattere e resistere perché siamo tornati ai dati del 2008 e della crisi di mercato di allora».

Il lavoro

Per il momento non ci sono ripercussioni sull’occupazione ma resta una preoccupazione generale per i brand soprattutto del lusso che vendono e quindi comprano meno. Molto dipende appunto dai clienti, perché per la fascia premium, a dispetto di alcuni pronostici, gli ordini sono sì in discesa, ma non in modo significativo. «C’è stato un calo importante dopo l’estate - conferma Andrea Taborelli, ad Tessitura serica A.M. Taborelli – ma per noi il 2023 sarà comunque un anno positivo con buoni dati relativi agli ordini perché il calo registrato non è stato particolarmente grave rispetto al periodo precedente in cui abbiamo avuto ottimi riscontri. La nostra azienda serve la fascia Premium che ha risentito meno del calo di ordini. Inoltre abbiamo molti clienti che lavorano per la Francia dove è entrata in vigore le legge sulla tracciabilità. Sulle etichette degli abiti è diventato obbligatorio indicare l’origine della tessitura e siccome noi tessiamo in Italia abbiamo potuto beneficiare della norma francese» finalmente, visto che l’introduzione dell’etichetta con i 4 passaggi del tessile espliciti è una delle battaglie di Taborelli in Europa. «Anche se il fatturato del 2023 sarà inferiore al 2022 – prosegue l’imprenditore – ci avviamo a un 2024 con una buona prospettiva di ripresa».

Le prospettive

Fuori dal coro Stefano Colombo, presidente Colombo Industrie Tessili, che ha come riferimento il lusso: «non abbiamo avuto una flessione degli ordinativi nel terzo trimestre, ma vediamo una minor fluidità nell’ingresso degli ordini. C’è infatti un mercato molto nervoso che rende difficile fare un’analisi puntuale in un trend molto complesso. Per questo, per il 2024, ci stiamo organizzando a gestire gli ordini che saranno più frazionati. Vediamo di fronte a noi uno scenario sfidante, ma non catastrofico».

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