Tour sul Lario con guide forestiere. La riforma del turismo non piace

La norma Una volta superato l’esame, la guida turistica potrà esercitare la professione in tutto il territorio nazionale

È stata approvata dalla Camera la riforma per la professione di guida turistica che introduce un esame di abilitazione obbligatorio per avere accesso all’elenco nazionale. Una volta superato l’esame, la guida turistica potrà esercitare la professione in tutto il territorio nazionale ed è proprio questa una delle novità maggiormente oggetto di contestazione.

Una riforma bocciata da Anna Bigai, presidente dell’Associazione nazionale guide turistiche: «Da una parte si indica come problema l’afflusso enorme di turisti in alcuni contesti territoriali particolarmente sensibili come il Lago di Como e dall’altra si opera una riforma che abbassa il livello qualitativo per l’ingresso nella professione di guida turistica favorendo così, alla fine, proprio quei portali on line che causano l’overturism e che, presumibilmente, ingaggeranno persone con una preparazione modesta per guidare i grandi gruppi».

«Non vedo nulla di positivo nella nuova legge che non mira a creare professionisti di alto livello ma al contrario riformula il ruolo in modo generalista – spiega – per esempio come associazione abbiamo chiesto una specializzazione territoriale perché, per trasmettere contenuti, bisogna anche avere una profonda conoscenza, passione e coinvolgimento circa i luoghi visitati. Ora invece la specializzazione territoriale è solo un’opzione lasciata all’iniziativa personale».

Più concorrenza

Significa anche permettere una forte concorrenza per i luoghi a maggiore attrazione. Le guide turistiche del Molise o del Friuli, per fare un esempio, potranno liberamente esercitare a Bellagio o a Como. «C’è anche un’aggravante sulla conoscenza delle lingue – aggiunge la presidente – sarà richiesta la certificazione C1 solo per la prima lingua straniera e per la seconda basterà il B2» per intenderci un livello intermedio basso.

Si immagina che la riforma sia stata pensata anche per consentire un maggiore accesso alla professione a fronte di una forte necessità di operatori. «Ma se questo obiettivo lo si vuole raggiungere a scapito della qualità, l’intero settore ne risente – conclude Anna Bigai – inoltre non è detto che una volta superato l’esame sarà facile poi esercitare perché sono stati inseriti importanti oneri come l’aggiornamento professionale e soprattutto l’assicurazione per i gruppi che si guidano. Balzelli che di fatto faranno crescere il fenomeno dell’abusivismo».

Controlli, un tesserino abilitante e un elenco dei professionisti sono elementi che già erano previsti prima della riforma. L’elenco dei professionisti era però regionale, per quel principio di territorialità che è stato in gran parte ridimensionato dalla riforma.

L’iter parlamentare

Il ministro del Turismo Daniela Santanché ha commentato l’approvazione da parte della Camera dei deputati del testo di riforma della professione delle guide turistiche già passato in Senato: «Considerando l’attuale frammentazione regionale, era necessario definire un ordinamento professionale univoco e uno standard omogeneo dei livelli prestazionali, nonché uno strumento di contrasto all’abusivismo, per quella categoria di operatori che rappresentano la colonna portante e il biglietto da visita per chi viene in Italia». L’iter legislativo prevede ora la definizione dei decreti attuativi e anche in questa fase le associazioni si aspettano di essere coinvolte.

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