Vince la formazione: «Un posto in azienda dopo il corso Enfapi»

Il progetto La scuola apre nuove possibilità di lavoro. Alle imprese servono sempre più figure professionali e in Lombardia si stanziano fondi per le assunzioni

Da badante a saldatore professionale, ma alle spalle tanti anni da meccanico a El Salvador. È il percorso di Marvin, 45 anni, che in Enfapi ha imparato le due principali tipologie di saldatura con un corso ad hoc per adulti senza occupazione. La scuola in questi giorni ha inviato il suo curriculum alle aziende che ricercano, disperatamente, saldatori. «Non pensiamo dovrà attendere a lungo per dei colloqui» scommette Francesco Debellario, tutor e orientatore a Enfapi. È lui la figura chiave perché quel matching tra scuola e lavoro possa accadere in concreto attraverso un paziente, complesso, esteso lavoro di rete tra Centri per l’impiego, aziende e formazione professionale.

I primi intercettano disoccupati adulti, lavoratori fragili, donne in cerca di occupazione, valutano competenze ed esperienze, se è il caso assegnano una dote per affiancarli in una nuova formazione e riqualificazione e qui entrano in gioco le scuole professionali, fino all’ultimo passo: curriculum alle aziende e colloquio. È un processo economico che accompagna un più complesso sistema di inclusione sociale. La buona notizia è che le risorse per farlo adesso ci sono: il programma Gol prevede per la sola Lombardia poco meno di 100 milioni per passare dalle polemiche sul reddito di cittadinanza e Naspi a nuove assunzioni con target di risultato precisi di nuova formazione e avviamento al lavoro e tempi certi.

Dopo un anno di preparazione della macchina organizzativa il processo è partito. Per esempio, la formazione tessile ha già concluso un percorso di aggiornamento e ci sono nuove operaie specializzate in prova nelle aziende ed è appena terminato in Enfapi, sede di Erba, il corso di 40 ore per saldatori con diverse lezioni nel laboratorio della scuola, ma anche lezioni teoriche di base e di formazione sulla sicurezza sul lavoro.

Ci sono corsi anche di digitalizzazione, informatica, sempre in una logica di risposta alle esigenze delle aziende. Una filiera circolare che finalmente ha iniziato a chiudere il cerchio perché alla fine nuove figure professionali pronte per entrare in azienda possano essere messe sul mercato del lavoro con buone probabilità di essere assunte. In cima ai desiderata delle imprese delle Brianza ci sono appunto i saldatori, introvabili. Il migliore del corso è stato Badou Ndiaye, in Italia da pochi mesi, senegalese, 35 anni, con una esperienza pregressa di manutenzione del verde oltre a discreto italiano, ottimo francese, un po’ di inglese e quelle soft skills che rendono il profilo più appetibile come capacità di relazione, autonomia, impegno.

Tanto che il suo CV non ha fatto in tempo ad essere recapitato alle aziende della meccanica che già un’impresa per la gestione dei giardini lo ha intercettato con una gratificazione adeguata anche dal punto di vista della remunerazione. Il problema è che i corsi di formazione calati sulle esigenze delle aziende intercettano ancora numeri troppo bassi mentre uno sforzo organizzativo e di qualità come questo potrebbe accogliere più persone, che magari la rete dei servizi non riesce a intercettare o che sono diffidenti verso la possibilità che il sistema dei servizi possa produrre azioni realmente efficaci.

In questo senso anche le aziende sono chiamate a una presa d’atto della realtà: gli enti accreditati ora sono in grado di organizzare una risposta alle esigenza da una parte del tessuto economico e dall’altra ci sono persone che sono in grado di apprendere e poi fare un nuovo lavoro, persone reali in cerca di riqualificazione e occupazione. Il candidato ideale che risponde a tutte le richieste dei profili disegnati dalle aziende non esiste. È più efficace ricercare persone con talenti da inserire in organico sapendo che un investimento in formazione e accompagnamento sarà necessario.

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