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Giovedì 14 Agosto 2025
Vincoli più stretti per l’export in India. L’arredo è pronto
Mercati Dal 14 febbraio servirà la certificazione ISI, ma la novità non spaventa il distretto brianzolo. «Non è un male, al contrario può essere una garanzia»
Como
Nuove regole anche per l’esportazione di arredo in India: dal 14 febbraio 2026 saranno introdotti requisiti stringenti per il commercio in India di alcuni prodotti di arredo.
I dati
Secondo i dati del centro studi Federlegno Arredo, nel 2024 l’India si posiziona come trentunesimo Paese di destinazione per le esportazioni italiane, con un valore pari a 118 milioni di euro, rispetto ai 77 milioni del 2014. Nei primi due mesi del 2025, le esportazioni della filiera legno-arredo hanno raggiunto i 15,6 milioni di euro.
Attualmente, l’Italia è il secondo Paese esportatore di arredamento in India, dopo la Cina. Tra i prodotti più richiesti figurano: imbottiti (21 milioni di euro), apparecchi per illuminazione (12 milioni di euro), mobili vari (11,8 milioni di euro) e arredobagno (11 milioni di euro).
«Con una crescita annua prevista tra il 6% e il 7%, il mercato indiano offre un potenziale interessante – commenta Massimo Moscatelli, tesoriere di Confartigianato imprese Como e membro di Giunta della Camera di commercio in rappresentanza dell’artigianato - tuttavia, per accedervi, le aziende devono confrontarsi con varie richieste» in particolare l’idoneità dei prodotti esportati dovrà essere validata con il rilascio da parte del Bureau of Indian Standards della certificazione ISI.
«Questo non è necessariamente un male – prosegue Massimo Moscatelli - al contrario va visto come una garanzia. Con il problema dei dazi, è chiaro che si cercano delle alternative per i prodotti italiani. Altri paesi difficilmente sostituiranno quello che è il mercato americano per il legno arredo, però l’India, secondo i monitoraggi di settore, è tra i paesi emergenti uno dei più promettenti. È chiaro che ci sono delle difficoltà: dazi, dogane, anche i sistemi di pagamento che sono un po’ diversi. E ora questa ultima notizia circa l’idoneità dei prodotti. Ma questo significa che si stanno organizzando ed è un fattore positivo, anche se con delle normative un po’ più stringenti per importare le merci».
Le nuove regole indiane sono in qualche misura simili alle note norme Iso. La principale difficoltà risiede però nei diversi sistemi di monitoraggio e di misura che le aziende devono affrontare. Le associazioni di categoria, come Federlegno, e gli enti camerali dovranno dialogare per cercare di uniformare le normative. Ma l’adeguamento a queste regole non è una novità per le imprese italiane. «Era già accaduto con le normative russe e con quelle degli Stati Uniti – ricorda Moscatelli - questo adattamento, sebbene impegnativo, può rappresentare un vantaggio competitivo perché ha il pregio di eliminare dal mercato concorrenti sleali o meno preparati. Un’azienda che non ha questo tipo di controlli avrà più difficoltà a entrare in questo mercato, rispetto a un’azienda italiana già abituata ad affrontare normative stringenti e ad adeguarsi».
Fattore flessibilità
La forza delle imprese italiane risiede proprio nella loro flessibilità e intraprendenza. «Anche le imprese più strutturate – conclude Massimo Moscatelli – sono in grado di reagire rapidamente ai cambiamenti del mercato, a differenza delle grandi multinazionali che richiedono tempi lunghi per prendere decisioni. Penso al nostro distretto del design: le aziende hanno in comune la caratteristica della flessibilità che ci permette comunque di rispondere ai mercati che cambiano».
L’India ora è particolarmente rilevante proprio perché alcuni importanti mercati di riferimento per il design italiano, che erano in crescita, sono ora bloccati: Russia, Ucraina e Israele erano per i prodotti made in Italy interlocutori importanti.
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