Cioffi, Gerva e il “blob”
di palazzo Cernezzi

A dargli popolarità è stato Enrico Ghezzi con l’omonimo e storico programma di RaiTre. Il blob è quel mostro protagonista di vecchi film di fantascienza: un ammasso informe e gelatinoso che si muove rotolando su se stesso e uccide qualunque essere vivente incontri sulla sua strada. Qualcosa del genere deve annidarsi nei meandri di palazzo Cernezzi: una creatura che ammazza l’azione amministrativa del Comune a colpi micidiali di burocrazia, pigrizia, inefficienza, incapacità e forse anche malafede.

È questo blob cernezziano il principale nemico dei due nuovi e malcapitati assessori, Livia Cioffi e Pierangelo Gervasoni. La prima, non a caso, ha subito individuato l’avversario già nelle dichiarazioni, poi edulcorate, pre insediamento. Forse signifca che i due sono già attrezzati. Del resto, a furia di sbagliare, Alessandro Fermi il leader lariano con la valigia (pare) pronta di Forza Italia, questa volta magari ci ha azzeccato. Perché quello di cui difettava la disastrata giunta capitanata da Mario Landriscina era qualità politica e conoscenza della macchina amministrativa, salvo qualche rara eccezione. L’innesto dei due nuovi elementi porta l’una e l’altra. Gervasoni, per tutti “Il Gerva” ha esperienza politica da vendere. Cresciuto nella “cantera” della Democrazia Cristiana potrebbe interpretare di fatto anche quel ruolo rimasto vacante di capo di gabinetto pur vestendo i panni dell’assessore.È poi nota la sua capacità di mediazione: amico di tutti, per lui si potrebbe rispolverare la vecchia citazione “Sarebbe capace di mettere d’accordo due sedie vuote”. Livia Cioffi invece conosce con ogni probabilità a memoria il libriccino “Uso e manutenzione” della macchina comunale in quanto interprete del ruolo di sindaco di un piccolo comune, Veleso, ma anche di segretario comunale a Brunate. Non sarà facile, si spera, sviarla a colpi di leggicole, interpretazioni, regolamenti e pandette assortite. Perché dovrebbe saperne più di tutti.

La partenza dei due è stata con il piede giusto. Gervasoni, ben sapendo che chi ha delega ai lavori pubblici deve stare ben lontano da proclami e promesse che rischiano di non essere mantenute, ha detto che con il poco tempo disponibile farà quello che potrà. Un eventuale sovrappiù gli sarebbe solo di giovamento. Cioffi con l’annuncio del ritorno dell’Infopoint al Broletto ha dimostrato il coraggio di voler porre rimedio a una delle tante castronerie commessa sì da chi l’ha preceduta ma avallata anche dagli attuali colleghi di giunta. Basteranno i due nuovi ingressi a rimettere in piedi una baracca che fa acqua da ogni parte? È la domanda delle cento pistole. Premesso che a questa esperienza amministrativa che ha ballato fin qui un valzer di assessori con pochi precedenti nella storia comasca, sarebbe stato meglio far finire la musica, vedere finalmente gli amici che se ne vanno e ridare la parola ai comaschi, se Gervasoni e Cioffi, insieme ad altri elementi di vaglia e buona volontà che pure sono presenti nella squadra di Landriscina, riusciranno finalmente ad ammazzare il blob cernezziano qualcosina di buono potrebbe pure arrivare. Quanto accaduto fin qui non induce all’ottimismo. Però, poiché l’interesse prevalente deve essere quello di Como e dei comaschi, sarebbe autolesionista, con tutte le cautele del caso, auspicare il “tanto peggio, tanto meglio”. La prova che vale sempre è quella del budino: per capire se è buono non si può fare a meno di assaggiarlo.

Così sarà per l’operato dei due nuovi assessori seduti su poltrone più che roventi. E magari non guasterebbe un ulteriore ritocchino alla giunta. Chi ha orecchie per intendere avrà compreso. In verità non ci vuole molto.

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