In politica è meglio
Il “largo ai vecchi”

“I vecchi subiscon le ingiurie degli anni”. Quando Francesco Guccini scrisse questo verso di una delle composizioni più poetiche, Giovanni Toti non era ancora in giro. Altrimenti magari sarebbe potuto entrare nella canzone, anziché nel vortice delle giuste critiche sulla sostanziale, a suo dire, inutilità degli anziani in quanto fuori dai processi produttivi. Poi si sa: la colpa è sempre dei social manager che, nella società digitale, hanno preso il posto delle cameriere chiamate in causa quando qualche familiare rompeva un vaso in casa. Allora l’imputata era la fantesca, oggi colui che si occupa della comunicazione ipertestuale. Eppure, qualche “vecchio” almeno in politica, è tutt’ora in grado di mettersi in tasca una covata di Toti. Anzi, nel campo delle istituzioni, il che la dice lunga, sono proprio le chiome grigie anche quando occultate dalle tinture, a rappresentare il meglio di questo paese. Due esempi di queste ore. Il primo è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, un over 70 che allarmato e un po’ disgustato dal minuetto sul prossimo cruciale decreto della presidenza del Consiglio dei ministri con le nuove misure per cercare di contrastare l’offensiva del Covid, ha preso l’iniziativa e consigliato i giovani politici della maggioranza, dell’opposizione e delle Regioni a darsi una calmata e a remare tutti dalla stessa parte per evitare di imbarcare più acqua di quella c’è già sta arrivando alla gola del paese.

Sui rappresentati delle Regioni, Toti in testa, tutti più o meno giovani leoni o comunque non ancora entrati nella senescenza, ci sarebbe qualcosa da dire. Per anni si sono stracciati le vesti sull’autonomia, sul rispetto dell’esito del referendum votato dai cittadini, sui poteri da delegare alle Regioni, sull’autogoverno, sul livello più vicino ai cittadini. Poi, quando c’è da decidere, in fretta e se possibile bene perché la pelle è una sola, passano la palla alla lontana Roma. Quella capitale oziosa, indolente e ladrona al centro di tanti comizi d’antan ma rimasti nell’immaginario collettivo.

Se l’autonomia trascolora nel gioco del cerino, dove conta di più non scottarsi che rischiare di far una figura impopolare, meglio lasciar perdere e rassegnarsi a morire centralisti. Forse Gianfranco Miglio, che nel regionalismo non ha mai creduto troppo, starà sghignazzando alla sua maniera da lassù, magari mettendosi le mani nei capelli che non aveva per gli emuli da strapazzo che ha lasciato qui. Guarda un po’ questo virus che in un attimo ci porta via anche tante illusioni come quella di essere finalmente padroni a casa nostra. E invece no. Decide Roma, Milano si adegua.

Ma per tornare al tema iniziale, c’è un altro over 70, anzi 80, piuttosto difficile da segregare visto il carattere che si è distinto nell’agone politico. Forse proprio a lui pensava il presidente della Liguria, per cui Silvio Berlusconi deve apparire ancora ingombrante. Cos’ha fatto il Cavaliere, assurto a statista come quei volontari che acquisiscono la qualifica a causa del passo indietro altrui? Ha preso per la collottola i giovani ed esuberanti alleati, Matteino Salvini e Giorgiuccia Meloni e ha tentato di blandirli come un saggio nonno perché frenassero la loro anche motivata irruenza e facessero buon viso a cattivo gioco nel dare una mano alla maggioranza nella battaglia contro il virus che richiede uno sforzo quantomai comune. Se non c’è riuscito è colpa dei “ragazzacci” incorreggibili. Di Silvio si può dire tutto ma non che affronti gli impegni con superficialità. E grazie alla sua esperienza maturata in quasi trent’anni di politica ha capito che non è tempo di incendiari, che agli italiani già spaventati e depressi vanno somministrate rassicurazioni e responsabilità. Un’altra che ancora non è entrata nel club degli ultrasettantenni ma che comunque di primavere ne conta abbastanza (trattandosi di una signora non è elegante puntualizzare) è Angela Merkel che ai suoi concittadini tedeschi ha lanciato un messaggio non dissimile da quello del “sangue e m…” che Winston Churchill offrì ai britannici durante la Seconda guerra mondiale. Ci aspettano ancora tanti mesi tremendi, ha detto in sostanza la Cancelliera. Una verità che non teme l’impopolarità. Insomma prima di isolare gli anziani, almeno in politica, pensiamoci su.

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