Sant’Anna: la crisi
e la sosta pagamento

Anche il sindaco di Como, Mario Landriscina ha fatto qualcosa di buono. E questo giornale che non gli ha mai perdonato nulla, ha l’onestà intellettuale di riconoscerlo. Fa niente se è per evidenziare che c’è chi agisce, in alcune situazioni e a seconda dei punti di vista, peggio di lui. La pacchia adesso è finita, però è durata un bel po’. Fa riflettere, anche se a posteriori, la scelta del Comune di Como che ha tolto il pagamento dei parcheggi blu (la stragrande maggioranza in convalle) nel periodo più duro dell’emergenza Covid. Un bel gesto che, al di là del traffico ridotto o quasi inesistente durante le settimane di lockdown, ha comunque causato una mancata entrata nelle casse di palazzo Cernezzi, costretto ora, parole dell’assessore al bilancio Adriano Caldara, a una “economia di guerra”. Fa pensare questa scelta se paragonata a un’altra: una non decisione del sindaco di San Fermo della Battaglia, Pierluigi Mascetti che ha mantenuto le tariffe per il parcheggio dell’ospedale Sant’Anna che, com’è noto, si trova tutto nel territorio del suo Comune. Per carità, la non scelta non ha certo inciso sui malati di coronavirus ricoverati all’ospedale. Si sa, purtroppo, che il rischio di contagio li obbliga a non essere visitati e confortati da congiunti e amici. Ma su tutti gli altri, su coloro che si sono dovuti recare all’ospedale per un altro problema, sì.

Insomma, in piena pandemia, San Fermo ha continuato a incassare come prima e Como no. Eppure le due giunte sono del medesimo colore politico, non della stessa sensibilità. Perché se nel capoluogo, per gli automobilisti la pacchia dei parcheggi blu gratis sta finendo, a San Fermo quella del Municipio è destinata a continuare. Si sa di chi sono la responsabilità. Anche degli sprovveduti, nella più benevola delle ipotesi, politici e amministratori comaschi che, all’epoca della realizzazione del nuovo Sant’Anna lasciarono al comune confinante benefici che, a guardar bene, non gli dovrebbero spettare. Sappiamo tutti com’è. L’ospedale è provinciale, i pazienti arrivano da tutto il territorio comasco e non solo. E perciò, ammesso e non concesso che il parcheggio vada pagato,i vantaggi dovrebbero ricadere su tutti. Invece da anni siamo costretti ad assistere all’abbellimento di San Fermo che realizza aiuole, nuove strutture civiche e asfalta le strade come se ci si trovasse nel Cantone svizzero di Uri. Ci hanno provato, in questi anni a cambiare le cose. Ma il primo cittadino, certo amatissimo dai suoi amministrati gratificati dagli investimenti per le migliorie del paese consentite dai profitti del parcheggio, ha tenuto duro. Si potrebbe affermare che anche lui, come Landriscina a Como nel sospendere la sosta a pagamento, agisce nell’interesse dei propri cittadini. Ma mentre nel capoluogo l’intervento è stato attuato con fondi del Comune, anzi dei comaschi, la pioggia dei quattrini che piove sul paese teatro della battaglia garibaldina non è originata, se non in minima parte, dai residenti.

Sarebbe il caso di rimettere mano alla questione. Si annunciano tempi catastrofici per molte famiglie che hanno visto e vedranno il proprio reddito precipitare a causa della gigantesca crisi economica provocata dalla pandemia. E, al di là dell’assurdità, più volte ribadita, ma è il consumismo bellezza, unito alla fame di risorse degli entri locali, per cui al supermercato non paghi per lasciare l’auto e nelle strutture sanitarie sì, sarebbe un bel gesto quello da parte del Comune di San Fermo se imitasse Como e “congelasse” la tariffa per la sosta nel parcheggio dell’ospedale fino al termine di questo periodo buio. Certo, ne scaturirebbero magari qualche aiuola in meno e alcuni tratti d’asfalto non più simili a tavoli per il biliardo. Ma sarebbe un grande atto di solidarietà verso coloro che, oltre ai problemi di bilancio personale, si trovano in condizione di sofferenza o hanno congiunti bisognosi di cure che prima o poi potranno tornare a visitare e assistere.

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