Allarme contagi, test positivi al 17%
La situazione peggiore nell’Erbese

I casi ogni 100mila abitanti nella settimana salgono a 304, dato altissimo. Nuovo appello dell’Ats: «I giovani si comportino in modo responsabile, sono soprattutto loro a far circolare il virus»

Il virus corre nella nostra provincia. A testimoniarlo sono i numeri diffusi ieri da Ats Insubria. Rispetto alla settimana scorsa, è in ulteriore crescita il dato dei positivi riscontrati ogni 100mila abitanti: stando agli ultimi aggiornamenti, si è passati da una media settimanale di 257 agli attuali 304. Cresce anche la percentuale di positività dei tamponi analizzati, oggi vicina al 17% (siamo al 16,7%) contro un dato regionale del 14,9. La zona più colpita è quella di Erba, seguono con valori simili tutte le altre (Cantù-Mariano Comense, Como, Medio Lario e Lomazzo) mentre va leggermente meglio solo nell’Olgiatese.

«Non abbiamo focolai particolari– spiega il direttore sanitario dell’Ats Insubria Giuseppe Catanoso – il contagio è diffuso su tutto il territorio. I dati mostrano una tendenza marcata alla ripresa dell’epidemia, a una partenza di una terza ondata. Non escludiamo ci sia di mezzo la variante inglese: presto probabilmente andrà a sostituire il ceppo originario di Wuhan. Ormai non ha più senso cercarla perché è diffusa in tutta la regione. È importante però evitare che se ne diffondano altre».

L’indice Rdt, che permette di conoscere la percentuale di diagnosi di positività, è in leggero calo rispetto alle settimane precedenti. «Se confrontiamo la curva attuale con quella della seconda ondata – aggiunge Catanoso – troviamo delle similitudini. L’obiettivo è evitare il picco avuto in quei mesi, perché sarebbe una tragedia».

Capitolo scuole: è salito ancora, nei giorni che hanno preceduto la chiusura, il numero di alunni, classi e operatori in quarantena, in particolare alle elementari, sebbene l’aumento sia riscontrabile in tutti gli ordini e gradi.

«L’incremento è sostenuto – spiega il direttore sanitario – la seconda ondata era partita circa due settimane dopo l’inizio delle lezioni. Si tratta di un tema su cui la comunità scientifica discute, ci si chiede se la scuola sia o meno un punto di partenza di diffusione del contagio. Il problema per me non è in classe, ma fuori, nelle aree esterne agli edifici e sui mezzi pubblici. Stiamo combattendo una guerra: per fortuna, nessuno di noi ha vissuto quella “vera”, ma i miei genitori non sono andati a scuola per tre anni. Per uscire da questa situazione, dobbiamo combattere con tutte le armi a nostra disposizione».

In settimana, partirà ad Albavilla la sperimentazione del vaccino a domicilio per gli anziani più fragili, dopo le prime dosi somministrate ad Appiano. Inoltre, si sta preparando un nuovo piano scuola: i ragazzi dai 14 ai 18 anni potranno fare il tampone in farmacia, prenotandosi online.

«Siamo in una fase critica – conclude il direttore del dipartimento di Igiene e sanità pubblica Paolo Bulgheroni – Per questo, mi sento di rivolgere un appello ai giovani, affinché prendano coscienza della situazione e tengano comportamenti di controllo e prevenzione, in grado di essere vettori di buone prassi anche all’interno delle proprie famiglie. Mi auguro diventino un modello di lotta alla pandemia anche per gli adulti».

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