Cianobatteri e sostanze chimiche: Pusiano, maglia nera dei laghi
Il caso Secondo Arpa, lo specchio d’acqua è il peggiore della provincia
Pusiano
Dopo il divieto di balneazione della scorsa estate a causa di una presenza di cianobatteri oltre i limiti consentiti, ora il lago di Pusiano finisce ancora sul banco dei “cattivi”: è stata infatti riscontrata la presenza di Pfas, sostanze chimiche sintetiche definite “permanenti” perché non si degradano e tendono ad accumularsi nell’ambiente e negli organismi viventi.
Ora gli ambientalisti chiedono un risanamento del lago attraverso l’eliminazione degli scarichi.
Il Pusiano, uno degli specchi d’acqua più conosciuti e frequentati della Brianza comasca, registra il livello più alto in Provincia per queste sostanze chimiche, aggiudicandosi il titolo, tutt’altro che lusinghiero, di lago più inquinato per concentrazione di Pfas.
Le analisi Arpa parlano di valori pari a 2,6 microgrammi per litro: i più alti tra laghi e corsi d’acqua del territorio.
Un dato che lo pone in una situazione peggiore rispetto ad altri bacini: il lago di Alserio registra 1,7 microgrammi per litro, il Segrino 1,4, mentre il lago di Montorfano mostra condizioni migliori.
Anche il lago di Como presenta criticità, con valori pari a 2 microgrammi soprattutto nel ramo comasco, mentre le acque del ramo di Lecco risultano decisamente più pulite.
Ad agosto era scattata l’allerta a causa di una proliferazione abnorme di cianobatteri: ciò dopo il campionamento effettuato presso il punto di balneazione del Camping Eupilio che aveva portato a bandire i bagni nei paesi rivieraschi.
Ora a preoccupare sono i livelli di Pfas.
Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”, lancia l’allarme: «Dopo i dati riscontrati quest’estate da Ats Insubria che hanno attestato la non balneabilità di alcune spiagge e approdi a Pusiano e Merone, ora giunge il dato sulla presenza dei Pfas, che vede il lago di Pusiano come il più inquinato in provincia, con concentrazioni molto elevate. Come Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” siamo molto preoccupati dello stato di salute del lago: è nostra intenzione recuperare più dati possibili sulla qualità delle acque del lago, dati che comprendano altri parametri».
L’associazione ambientalista vuole comprendere con esattezza lo stato di salute delle acque del lago: «Ma già questi dati sulla non balneabilità e sull’elevata concentrazione dei Pfas attestano che la situazione è molto negativa - osserva Fumagalli - Come abbiamo detto più volte, il problema è la presenza degli scarichi fognari che ancora oggi confluiscono nel lago, direttamente o tramite gli affluenti, in particolare il Lambrone. Occorre un impegno serio da parte delle istituzioni preposte, ovvero Regione, Province, Comuni, per il risanamento del lago, che deve appunto passare attraverso l’eliminazione di tutti gli scarichi».
Il rapporto Pfas 2025 di Arpa, conferma come il problema non sia isolato, ma diffuso, coinvolgendo anche i pesci e quindi la catena alimentare.
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