Como ha scaricato Erba: «Basta con gli appalti»

Il caso La lettera inviata dalla Provincia a ottobre: «Manca la fiducia». L’assessore: «Ma non ha inciso sulla nostra decisione»

Erba

Il 29 ottobre la Provincia di Como ha comunicato formalmente al sindaco Mauro Caprani di non voler più gestire gare d’appalto per conto del Comune di Erba. Nel documento, firmato dal dirigente Matteo Accardi, si parla del «venir meno del rapporto fiduciario e di leale collaborazione».

La svolta è inaspettata, anche perché negli ultimi giorni ha tenuto banco una notizia di segno opposto. Il Comune sta infatti per firmare un accordo con la Provincia di Lecco, che si aggiungerà alle stazioni appaltanti già convenzionate con Erba (la Provincia di Como e la Comunità Montana del Triangolo Lariano): la novità ha colto di sorpresa i gruppi di minoranza, preoccupati dal fatto che Erba possa “mollare” Como per rivolgersi agli uffici lecchesi.

Il colpo di scena

Lunedì sera, nel corso della conferenza dei capigruppo, l’assessore Matteo Redaelli aveva confermato l’esistenza di una lettera firmata dal dirigente Accardi, in risposta ad alcune dichiarazioni rese dal sindaco alla fine di ottobre. «Quella lettera non ha nulla a che fare con la ricerca di un’ulteriore stazione appaltante: lo scopo è diversificare, ci eravamo già rivolti a Monza nei mesi precedenti e poi è arrivato il via libera da Lecco» ha detto Redaelli.

Il contenuto della lettera, che ora La Provincia ha potuto leggere integralmente, è molto duro. Accardi cita un articolo pubblicato su queste pagine il 29 ottobre, era la cronaca di una seduta consiliare nel corso della quale Caprani ha detto che «quando si tratta di aprire una gara possiamo scegliere tra la Provincia e la Comunità Montana. Se per i lavori scegliamo la Comunità Montana è perché in 30-40 giorni fa il lavoro che la Provincia fa (se va bene) in sei mesi».

L’affermazione, osserva il dirigente, «oltre ad essere sgradevole sul piano della relazione istituzionale tra enti, in quanto la presunta inefficienza della stazione appaltante non è mai stata mai segnalata nella corrispondenza diretta tra Comune e Provincia, è anche infondata in quanto smentita da dati statistici raccolti dalla stazione appaltante stessa e, quindi, si rivela assolutamente falsa».

Tale dichiarazione, continua Accardi, «ha l’effetto di far venir meno il rapporto fiduciario e di leale collaborazione che deve sostenere gli accordi tra enti e legittima il recesso della Provincia dalla convenzione di cui in oggetto» per «sopravvenute ragioni di pubblico interesse».

Verso il divorzio

È quindi la Provincia di Como a voler “scaricare” il Comune di Erba, non viceversa. Anche se lettera, ad oggi, non ha avuto alcun effetto: «Una comunicazione simile ce la dovremmo aspettare da parte del legale rappresentante dell’ente provinciale, non da un dirigente» ha detto nei giorni scorsi l’assessore Redaelli. Il divorzio tra Erba e Como sembra alle porte, ma non è ancora ufficiale; Lecco, in ogni caso, è pronta a fare la sua parte come nuova stazione appaltante.

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