Due ragazzi di Asso
bloccati in Ucraina
«Aiutatemi, ho paura»

L’appello di mamma Chandani per i due figli che si trovano a Charkiv dove si erano trasferiti per motivi di studio. «Sono soli, non riescono a tornare»

Ci sono due assesi in queste ore in Ucraina nella città di Charkiv, la seconda del paese per popolazione. Due studenti in Ucraina, fratello e sorella, la ragazza frequenta l’università e il ragazzo ha iniziato il suo percorso di studi, purtroppo non hanno avuto il tempo di rientrare prima del precipitare degli eventi.

Si tratta di Janani di 23 anni e di Mithila di 19 tutti e due nati e cresciuti in Italia con passaporto italiano, conosciuti ad Asso dove vivono e anche ad Erba dove hanno frequentato le scuole superiori. La mamma originaria dello Sri Lanka Chandani Menuwara , 49 anni, è in Italia da 24 anni e chiede un aiuto: vuole capire se si riesce a trovare un modo per riavere nel più breve periodo possibile i figli con lei e toglierli da uno stato in guerra.

Spiega Chandani sentita ieri: «I miei figli sono entrambi in Ucraina per studiare – racconta -. Li ho avvertiti giorni fa che la situazione sembrava essere molto complessa, almeno vista dall’Italia, ma in Ucraina la visione era molto diversa si riteneva che non si arrivasse allo scontro – spiega -. Mia figlia poi studia medicina e aveva un esame importante il 6 marzo, per questo motivo, con le rassicurazioni dell’università, pensava di rientrare dopo l’esame».

Purtroppo però non è andata così: «Sono tutti e due bloccati in un appartamento al primo piano con le finestre sbarrate da cartoni o altro e non escono anche perché c’è il coprifuoco – racconta la mamma -. La situazione è peggiorata in breve tempo e non è consigliabile girare per il paese ma soprattutto è difficile pensare di rientrare con quanto accade sul confine».

Chandani è comunque in contatto con loro: «Ho parlato con l’ambasciata e con il nostro ministero degli esteri, dicono di aspettare di vedere come si evolve la situazione perché per adesso non possono fare nulla».

Non ci sono ad ora corridoi umanitari con l’Ucraina anche considerando il momento molto delicato. «Da cinque giorni loro hanno paura perché non possono muoversi e purtroppo non conoscono nessuno che possa fare qualcosa. Si sentono soli e vorrebbero tornare in Italia, il mio appello è rivolto alle istituzioni di attivarsi per riportare i mie figlia da me. Speriamo qualcuno possa fare qualcosa, sono molto preoccupata».

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