Erba, morte altre tre suore
Il Covid fa strage a Buccinigo

Il focolaio che ha interessato 70 missionarie della Nigrizia ha già provocato 6 vittime

Altre tre suore comboniane malate di Covid-19 sono morte negli ospedali di Erba e di Lecco, dove erano state trasferite nei giorni scorsi: il bilancio complessivo dei decessi legati al focolaio dell’Istituto Pie Madri della Nigrizia sale a sei. Intanto l’ospedale si prepara al picco della terza ondata, il Fatebenefratelli ha sospeso l’attività chirurgica per concentrare le risorse sull’area Covid.

Il focolaio nel convento delle comboniane di via Como, che ha coinvolto 70 missionarie, è stato portato alla luce dal sindaco Veronica Airoldi lo scorso 12 marzo; il 15 marzo 13 suore sono state trasferite in diversi ospedali del territorio, altri trasferimenti sono seguiti nei giorni successivi. I primi tre decessi risalgono al 13-14 marzo: sono mancate due missionarie di 97 anni, originarie del Milanese e del Cagliaritano, e una suora di 82 anni, originaria del Lecchese. Lunedì 22 sono morte altre tre religiose: una missionaria di 92 anni originaria del Cagliaritano, una di 85 anni originaria di Salerno, una terza di 86 anni originaria di Brugherio. Due erano ricoverate al Fatebenefratelli di Erba, una a Lecco; fra le comboniane trasferite in ambulanza negli ospedali, erano quelle con il quadro clinico più preoccupante.

Gran parte delle sorelle contagiate stanno affrontando invece il Covid-19 nell’Istituto di via Como, con sintomi lievi che per ora non destano preoccupazione. Le missionarie comboniane sono presenti in città sin dal 1934, quando venne inaugurato il convento di Buccinigo. Si tratta di una casa di riposo in cui le religiose vengono inviate le religiose più anziane, dopo una vita trascorsa a fare del bene nelle missioni in giro per il mondo.

Qui vengono curate dai medici di medicina generale e dall’Usca, l’unità che si occupa nello specifico dei casi di Covid-19 presenti sul territorio. A preoccupare in questi giorni è anche la crescita dei contagi in città e la pressione in aumento sull’ospedale Fatebenefratelli, che attende il picco della terza ondata nel giro di una settimana: a quel punto, questa è la speranza del direttore sanitario Pierpaolo Maggioni, i numeri dovrebbero tornare a calare. Attualmente l’ospedale conta 74 pazienti affetti da Covid-19, di questi sette sono ricoverati in terapia intensiva (piena ormai da giorni). I numeri ricordano quelli della prima ondata, giusto un anno fa, quando il Fatebenefratelli arrivò a ospitare 80 persone in area Covid; il record di cento ricoverati toccato a novembre, al picco della seconda ondata, resta ancora lontano.

Le ripercussioni sono inevitabili. «L’attività in urgenza è garantita - dice il direttore sanitario - ma l’attività chirurgica di elezione è ferma»: gli infermieri sono tutti impegnati nell’area Covid, che occupa interamente il reparto di medicina generale. «Tutta l’attività ambulatoriale - conclude Maggioni - resta aperta ed è a disposizione del pubblico. Stiamo continuando a vaccinare 70 persone al giorno per cinque giorni alla settimana, abbiamo dato la disponibilità ad Ats a proseguire fino al 30 aprile. Siamo in attesa dei vaccini per far partire anche la somministrazione ai fragili in carico all’ospedale».

(Luca Meneghel)

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