I danni dei nubifragi: «Miracolati, ma abbiamo perso tutto, anche la casa»

Anzano del Parco Paolo Lomazzi è il custode dello stabile comunale colpito dalle piante nel nubifragio di mercoledì: «C’è stato un colpo forte, la casa tremava. Volevo chiamare aiuto, ma le comunicazioni erano bloccate. Che paura»

«È davvero un lusso essere qui e poter raccontare quello che ci è successo ed essere ancora vivi». Drammatica testimonianza quella di Paolo Lomazzi, che nel crollo delle piante avvenuto mercoledì mattina a causa di una tromba d’aria con nubifragio, ha perso la sua casa, dove viveva con la moglie, 65 anni lui e 63 lei, da 25 anni. Lomazzi è infatti lo storico custode dello stabile comunale, che prima del disastro dell’altro ieri ospitava la sede dell’associazione Anziani e Pensionati, l’ambulatorio dei medici di base e le sedi di altre associazioni del paese.

I danni dei violenti temporali

Il tetto è stato praticamente distrutto dalla tromba d’aria e dalla caduta di almeno sette piante d’alto fusto, che dalla proprietà privata di fronte alla palazzina sono crollate finendo addosso alla palazzina e ad alcune auto e furgoncini in transito in quel momento. Solo per pura fortuna non ci sono stati feriti o vittime. Nelle parole del custode il racconto di quello che è accaduto e della paura di quegli attimi.

«Ci eravamo alzati da poco più di dieci minuti e avevamo già aperto le persiane di casa – racconta – C’era in corso un temporale, ma nulla di preoccupante. All’improvviso però il cielo è diventato nero e, improvvisamente, pioggia e vento si sono completamente fermati: per circa tre minuti tutto era fermo, quasi come in un fermo immagine. Ho capito che qualcosa di grosso era pronto a scatenarsi. Nemmeno il tempo di chiudere le persiane ed è sceso il finimondo di pioggia ma soprattutto di vento fortissimo».

Il vento placato e poi la furia fanno presupporre che si trattasse di un occhio del ciclone e di una tromba d’aria in preparazione. Poi il momento più terribile, quello del crollo delle piante sopra l’abitazione e i mezzi di passaggio.

Il crollo delle piante sulla casa

«Abbiamo sentito un colpo fortissimo e la casa che tremava, dai vetri alle pareti – racconta –Ho subito capito che le piante ci erano piombate addosso. Mia moglie era nel panico più totale: io, che in passato sono stato anche nella Protezione civile, ho tenuto i nervi saldi. Ho cercato di chiamare i soccorsi, ma anche tutte le comunicazioni erano bloccate: lunghi minuti di attesa e paura. Nel mentre guardavamo le auto incastrate: in quei momenti non capivamo se fossero vivi, morti o feriti. Sono sceso di corsa: ho tentato di passare tra rami e tronchi ma scricchiolava tutto: era impossibile raggiungerli».

E aggiunge: «Uno dei furgoncini era stato colpito dietro l’abitacolo: l’autista era vivo, ma bloccato all’interno. Continuava a suonare il clacson, ma non potevo far nulla da solo per andare a salvarli. Sono stati attimi terribili».

La voce di Lomazzi non nasconde un nodo in gola nel ricordare quei terribili momenti vissuti. Poi sono arrivati i soccorsi: i quattro guidatori coinvolti sono stati estratti illesi: «Ho aperto la sala civica e li ho fatti entrare: ho dato anche dei cambi – aggiunge– Ci siamo ritrovati tutti lì, bagnati, impauriti, ma per fortuna vivi».

Lomazzi e la moglie sono stati costretti a lasciare la casa. Il Comune ha dato loro un altro piccolo appartamento. «Avevamo in mente di cambiare casa, anche perché il Comune intende procedere alla vendita dell’immobile, ma uscire così improvvisamente, non eravamo pronti – chiosa - Sarà dura, ma ci rialzeremo. Siamo vivi e ci è davvero andata di lusso».

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