Il comandante non lo rivoleva in servizio, nonostante il via libera della commissione medica. Da qui la furia omicida

Asso Il brigadiere in crisi con la moglie da mesi, era stato mandato sotto visita psichiatrica dai suoi superiori. Ritenuto idoneo, ma il luogotenente Furceri sapeva che non lo era

Un carattere deciso, per nulla accondiscendente, da vero comandante. Costretto a rifarsi una credibilità professionale, dopo essere stato preso di mira dalle malelingue e dai diffamatori quando era comandante a Bellano. Questo era il luogotenente Domenico Furceri, da febbraio 2021 comandante alla stazione di Asso dopo il pensionamento di Salvatore Melchiorre. E quel carattere deciso, non disposto alla mediazione sulle questioni importanti che riguardavano soprattutto il lavoro, potrebbe essere stato la causa della sua morte.

Perché il comandante Furceri non voleva riammettere in servizio il suo brigadiere, quell’Antonio Milia che quasi in concomitanza con l’arrivo del nuovo comandante era stato sospeso dal servizio dai vertici della compagnia di Como che si erano accorti di alcuni pericolosi campanelli di allarme. E avevano deciso di mandarlo alla visita psichiatrica. Per mesi il brigadiere è stato seguito dagli psichiatri. Ed era emersa una tendenza suicida, più nelle parole che nei fatti. Al punto da spingere i suoi superiori a togliergli la pistola d’ordinanza.

Motivo del crollo psichiatrico, la crisi con la moglie. Dallo scorso inverno il brigadiere, sposato e padre di tre figli, stava vivendo una situazione famigliare complicata. In almeno un’occasione avrebbe minacciato fisicamente il suicidio, puntandosi l’arma contro. Poi, nelle scorse settimana, l’ultima visita davanti alla commissione medica di Milano lo ha incredibilmente ritenuto idoneo al rientro «incondizionato» in servizio. Ovvero: nessuna limitazione. Ma il suo comandante aveva capito che il brigadiere, al quale peraltro mancava poco più di un anno per andare in pensione, non era in grado di tornare al lavoro. E così lo aveva messo in ferie. Questa sarebbe la causa scatenante dell’ira verso il luogotenente, quella rabbia che ieri pomeriggio ha spinto Milia a impugnare la pistola d’ordinanza, affrontare il suo comandante e sparargli tre colpi uccidendolo.

Domenico Furceri lascia una moglie e tre figli.

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