Il racconto di Adriano Pandolfi, marito della donna morta nell’incidente di Anzano: «Ho fatto di tutto per salvarla»

Montano Lucino Anche lui è rimasto ferito nello scontro, ricorda gli ultimi momenti della moglie con parole commosse: «È successo in un attimo, non avrei potuto evitare l’impatto con l’auto. Stavamo tornando a casa dopo la messa»

«È accaduto tutto all’improvviso, una cosa velocissima. Mi sono trovato davanti questa macchina e non ho potuto fare niente per evitarla. Mi sono girato e ho visto mia moglie che perdeva sangue, l’ho soccorsa per primo, ho cercato di farla respirare...».

Queste le prime drammatiche parole di Adriano Pandolfi, 60 anni, dopo l’incidente ad Anzano del Parco in cui la moglie Menina Strambini, 63 anni, ha perso la vita. Domenica sera c’era proprio Adriano alla guida del Doblò che si è scontrato con una Ypsilon condotta da una ragazza di 19 anni: un impatto violentissimo, che purtroppo non ha lasciato scampo alla donna, portata in condizioni disperate in ospedale dove poi ne è stato constatato il decesso.

La dinamica

La coppia viaggiava lungo la statale Briantea ad Anzano del Parco: intorno alle 19.30, la Ypsilon con a bordo la diciannovenne ha sbandato colpendo prima il guardrail alla sua destra, per poi finire proprio nella carreggiata opposta sulla quale procedeva il Doblò.

Impossibile per Adriano evitare l’impatto: subito si è capito che la situazione più seria era proprio quella di Menina. Portata in ospedale in codice rosso, massima urgenza, per lei non c’è stato niente da fare.

«Stavamo tornando a casa dopo aver partecipato a una funzione religiosa - spiega Adriano - è stata una cosa improvvisa. Mi sono trovato davanti questa macchina che mi ha colpito in pieno in curva e non ho potuto fare niente. Ho dato io i primi soccorsi a mia moglie: mi sono girato e ho visto che era ferita e perdeva molto sangue».

E ha aggiunto: «Per prima cosa mi sono assicurato che respirasse fino all’arrivo dell’ambulanza e infatti così è stato, le ho fatto io la respirazione, poi siamo stati caricati su due ambulanze diverse. Ho cercato di fare tutto quello che potevo per tenerla in vita».

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I ricordi

Adriano, nonostante l’impatto, non ha riportato gravi conseguenze e infatti è già stato dimesso dall’ospedale e ieri era a casa. Le ferite più grandi, però, le porta nel cuore.

«Mia moglie aveva un cuore grande, andava ovunque servisse - ha raccontato l’uomo con un filo di voce - era sempre disponibile con tutti. Partecipava ai cori in chiesa, sia a Lucino che a Grandate. Era una donna predisposta all’aiuto, presente ogni volta che qualcuno le chiedeva un favore».

Parlare di lei al passato è davvero difficile: quella toccata alla famiglia è una tragedia difficile da accettare, così come sarà difficile per Adriano dimenticare quei terribili attimi, subito dopo l’incidente.

Come spiegato dal marito, non si conosce ancora la data dei funerali di Menina: sul corpo della donna infatti è stata disposta l’autopsia e solo dopo si potrà fissare la data per darle l’ultimo doloroso saluto.

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