Intervista ad Alessandro Fermi: «Salvini si è congratulato, mi ha scritto “applausi”»

Elezioni Alessandro Fermi è stato eletto con la Lega. Con 13.883 preferenze è il più votato in tutta Lombardia nel centrodestra

Il più votato in tutta la Lombardia per il centrodestra con un “bottino” di quasi 14mila preferenze. Alessandro Fermi, presidente del consiglio regionale uscente, eletto per la Lega parla di risultato «pazzesco» e per il futuro per lui si profila un posto in giunta o un ritorno alla presidenza del consiglio (ipotesi, questa, più complicata). Si limita a dire che è «a disposizione» del partito.

Lunedì a tarda sera quando era chiaro che avrebbe superato le 13.500 preferenze e ha definito «pazzesco» il risultato. A urne chiuse il dato finale è stato di 13.883. Ha fatto anche i fuochi d’artificio...

In realtà non sapevo nulla dei fuochi d’artificio, è stata una sorpresa che mi ha fatto un amico quando è arrivato in sede. Erano le 23.30 circa e io ho detto di spegnere subito perché, a quell’ora, la gente dorme.

Lei sperava di superare il suo risultato del 2018 (oltre 8mila voti), ma quando ha visto l’affluenza così bassa, sia sincero, ha pensato che già sarebbe stato un buon risultato riconfermarsi...

La mia sensazione durante la campagna elettorale era molto positiva e, quindi, paragonandola a cinque anni fa ero convinto di superare il dato. Quando ho visto il dato dell’affluenza ho pensato che sarebbe stato difficile, ma ho anche pensato che uno voleva votarmi al seggio ci era andato. Confidavo proprio in questo ed è esattamente quello che è successo.

E alla fine ha preso oltre 5milavoti in più. Merito del ruolo di presidente del consiglio e di cinque anni passati sul territorio?

Ho avuto il ritorno di questi cinque anni in cui la gente mi ha comunicato o mi ha fatto capire che mi avrebbe sostenuto per la mia vicinanza, presenza e attenzione al territorio. Non ho mai creduto che oggi si possano prendere voti solo durante la campagna elettorale. Io mi sono candidato con tutta la serenità del lavoro svolto in questi anni e, non a caso, ho sempre detto a tutti che più di così non avrei potuto fare. Abbiamo anche fatto una bella campagna elettorale, ma sono convinto che il giudizio da parte dei cittadini sia stato dato per i cinque anni.

Numeri così alti di preferenze non si vedevano dalla grande sfida Pozzi-Rinaldin del 2010, quando l’affluenza era ben altra. La Lega, invece, storicamente non è mai arrivata su quei livelli. Come mai?

Le ultime due elezioni regionali, 2013 e 2018, sono state concomitanti con le politiche e quindi il messaggio predominante è quello di barrare il simbolo e questo secondo me cinque anni fa condizionato. Adesso sono tornate ad un lato più “amministrativo”.

Molti amministratori le riconoscono che risponde alle loro richieste. È questo il segreto acchiappa-consensi?

Una delle cose che mi hanno riconosciuto in molti è la disponibilità. Non sempre si riescono a rispondere a tutti i problemi dei singoli cittadino o dei sindaci, ma ho avuto riscontri che l’ascoltare sia stata una delle cose maggiormente apprezzate, anche dalle categorie produttive.

Salvini le ha telefonato?

Mi ha scritto un messaggio nella tarda serata di lunedì.

E cosa le ha scritto?

Mi ha fatto le congratulazioni e ha scritto “applausi”.

Con Fontana, invece, vi siete sentiti?

L’ho chiamato stamattina (ieri, ndr) per fargli i complimenti. Sono veramente contento per il risultato che ha ottenuto e, con un’affluenza così bassa vale doppio. Chi è andato a votare ha voluto premiare gli sforzi fatti, anche durante la pandemia.

Cinque anni in cui, però, ci sono stati anche degli errori. Crede che i lombardi abbiano compreso l’eccezionalità della situazione?

Credo che alla fine sia stato dato un giudizio generale e ci si sia stata comprensione rispetto a quello che Regione Lombardia ha dovuto affrontare da sola rispetto alla pandemia. Con il senno del poi è stato riconosciuto lo sforzo del popolo lombardo e della Regione ed è più facile fare valutazioni più serene.

Lei nell’ultima seduta di consiglio aveva detto che cinque anni fa ci era rimasto male per non essere stato scelto come assessore, ma che adesso non le dispiacerebbe rifare il presidente dell’aula. Ha cambiato idea?

No, non ho cambiato idea. Quello che ho detto era la verità perché è un ruolo che mi è piaciuto e mi ha dato molte soddisfazioni. Sul futuro, però, sono valutazioni che verranno fatte dai partiti e ci sono una serie di incastri che dovranno essere trovati.

Ma se fosse lei a dover scegliere?

Vivo questo risultato come una grande soddisfazione personale, ma su tutto il resto e sul futuro sono a disposizione del partito che, come è giusto che sia, farà le sue valutazioni.

Guardando i numeri il suo risultato ha contribuito indiscutibilmente a portare la Lega ad essere il primo partito in provincia di Como con un incremento di quasi 9 punti percentuali rispetto alle politiche...

Questa è una cosa molto bella e il consenso ottenuto vale doppio: sia per me, dal punto di vista personale, ma anche per il partito che ha potuto avere voti che, altrimenti, non avrebbe raccolto. È stata grande la soddisfazione quando ho visto che la Lega è tornata ad essere il primo partito.

Dia un giudizio sul risultato positivo di Spelzini e su quello negativo di Turba, suoi competitor e anche loro consiglieri uscenti.

Per Fabrizio mi spiace, ho lavorato molto bene con lui in questi cinque anni. A Gigliola (che subentrerà in caso di assessorato a Fermi, ndr), invece, ho fatto i complimenti perché ha fatto un grande lavoro e ottenuto un risultato molto importante. Localizzato sull’alto lago, ma indice che ha fatto bene in questi anni.

In alcuni Comuni, a partire dalla sua Albavilla, ha sbancato. Dove sono le sue roccaforti?

Albavilla riesce sempre a sorprendermi, quasi un cittadino su due ha scritto il mio nome. La cosa sorprendente è essere riuscito a prendere consensi su tutto il territorio della provincia, dalla Valle Intelvi all’Olgiatese, dalla Bassa Comasca a Como città.

Ha sentito i suoi avversarsi?

Con una chiamata o via messaggio ho sentito Orsenigo, Gaddi e Dotti e ho parlato con Cesana, amica di famiglia. Penso sia una bella squadra.

Quali sono i due temi chiave per Como?

La prima cosa è la conclusione del cantiere del lungolago, cosa che sta procedendo bene e dobbiamo riuscire ad arrivare al secondo lotto della tangenziale.

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