Parcheggia l’auto sullo spazio dei disabili mentre trasporta la sorella morente, ma non ancora in possesso del tagliando: multata

Valbrona Il caso all’ospedale di Merate, il prefetto di Lecco respinge il ricorso di Donatella Vicini. «Morena aveva il tagliando, dovevamo solo ritirarlo. Sanzione raddoppiata da 170 a 345 euro»

Il dolore per la scomparsa della sorella di 39 anni con due figli, uno di sei anni, non basta a placare la macchina della burocrazia.

La donna è stata infatti multata per avere parcheggiato sul posto riservato ai disabili davanti all’ospedale di Merate per alleviare le sofferenze della sorella che era in possesso del tagliando invalidi ma doveva ancora ritirarlo nel Comune di residenza, Albavilla.

Il risultato del ricorso presentato è arrivato in questi giorni; nel frattempo la donna bisognosa di assistenza in un momento molto delicato, Morena Vicini, è mancata a novembre.

Era ottobre 2022

Alla guida dell’auto multata c’era la sorella Donatella Vicini; l’auto era di suo marito, ma all’ospedale le due donne si erano recate per le cure a Morena Vicini aggredita da un tumore allo stato terminale. Una situazione davvero assurda nella sua burocrazia, ma difficile anche da dipanare se si guardano solo gli articoli di legge.

Donatella Vicini racconta oggi, non senza una certa tristezza nel dover tornare a ricordare momenti complicati per lei e la sua famiglia, cosa è accaduto: «Il 5 ottobre ho portato mia sorella per delle cure all’ospedale di Merate. Morena aveva già avuto il benestare della commissione invalidità per il tagliando disabili da esporre in auto, semplicemente non l’avevamo ancora ritirato al suo Comune di residenza Albavilla perché purtroppo doveva presentarsi di persona e si può capire era particolarmente debole. Arrivati al parcheggio dell’ospedale abbiamo trovato libero il posto disabili il più vicino all’ingresso, considerando che mia sorella era impossibilitata a muoversi, era in carrozzina, non ho esitato un attimo a parcheggiare in questo posto. Se ricapitasse ora nonostante la multa è il ricorso e tutto il resto lo rifarei senza pensarci un attimo».

La sorpresa

Usciti dall’ospedale le due donne trovano sotto il tergicristallo l’amara sorpresa: «Avevo scritto su un foglio che l’utente disabile in carrozzina non era ancora provvista di talloncino e lo avevo messo in vista sul parabrezza, posso capire la polizia locale di Merate che ha multato non avendo la certezza fosse vero. Davanti alla multa onestamente volevo pagarla immediatamente, si parlava di 170 euro, mia sorella mi ha detto che era impossibile non capissero la nostra situazione chiedendomi di fare ricorso che ho infatti fatto».

Nei giorni scorsi la risposta del prefetto della provincia di Lecco in cui si spiega: «La violazione è stata legittimamente accertata e contestata, l’opponente ammette per altro di aver commesso la violazione contestata adducendo a sua discolpa motivazioni che non possono costituire valida discriminante giuridica. Non solo è in ogni caso necessario dimostrare che il veicolo fosse al servizio del disabile nell’occasione dell’elevazione del verbale ma la normativa espressamente prevede che il contrassegno venga esposto e in originale».

Il talloncino

Alla fine la multa è quindi raddoppiata: «Devo pagare 345 euro, volendo non è neppure quello il problema ma mi dispiace per mia sorella. Nel ricorso ho prodotto le foto del talloncino che nel frattempo avevamo ritirato e spiegato il motivo per cui abbiamo dovuto parcheggiare in quel posto, raccontando quanto accaduto a mia sorella. Mi chiedo se non ci sia un minimo di umanità anche nell’applicazione della legge e se non si possa avere almeno un po’ di elasticità».

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