Ponteggi giù, Ca’ Prina è un gioiello: «E adesso rinnoviamo gli interni»

Erba, in fase di chiusura il cantiere da 13milioni di euro per l’efficientamento energetico. Il nuovo presidente del Cda, Croci: «Chiedo aiuto ai miei colleghi imprenditori, aiutateci»

Erba

All’esterno gli operai stanno smontando i ponteggi: la chiusura del cantiere che ha portato all’efficientamento energetico della Rsa comunale è ormai dietro l’angolo. Ma il nuovo cda di Ca’ Prina, guidato da Alberto Croci, pensa già alle prossime mosse: «L’obiettivo è sostituire letti, macchinari e arredi interni, servirà almeno un milione di euro. Ci appelliamo alle associazioni e agli imprenditori perché si impegnino a favore della casa di tutti gli erbesi».

Il cantiere da 13 milioni di euro, finanziato interamente con il Superbonus 110, è il lascito più importante del passato cda, guidato da Alberto Rigamonti. Dell’intervento si è occupato in particolare il consigliere Umberto Filippi: tutto dovrà concludersi entro il 31 dicembre, ma già questa settimana gli operai hanno iniziato a smontare i ponteggi mostrando ai cittadini le facciate rimesse a nuovo con il cappotto termico.

La fine del progetto segna il passaggio di testimone dal vecchio al nuovo cda, che si è riunito giovedì sera per la prima assemblea operativa. Ora al vertice c’è l’imprenditore Alberto Croci, delegato da Mauro Caprani come rappresentante del sindaco nel consiglio.

«Ci siamo insediati a settembre, ma la prima vera riunione è stata quella di giovedì» dice Croci. «Ha partecipato anche il sindaco per augurare a tutti buon lavoro: veniamo da cinque anni di gestione Rigamonti, che ha affrontato con coraggio la pandemia e ha avviato un cantiere milionario. Raccogliere il testimone è difficile, ma ho spiegato a tutti i consiglieri che non siamo qui a scaldare la sedia: dobbiamo darci da fare per completare l’opera».

Ora che dal punto di vista energetico e climatico la Rsa è un gioiello, bisogna pensare all’interno. «La nostra missione per il quinquennio che abbiamo di fronte è sostituire letti, macchinari e arredi. Abbiamo stimato una spesa compresa tra 1 e 1,5 milioni di euro, ma non accenderemo alcun mutuo: non vogliamo indebitare la Fondazione Giuseppina Prina né alzare le rette a carico dell’utenza, potrà succedere solo alla luce di adeguamenti Istat o di un aumento delle spese da sostenere per la gestione ordinaria».

Non resta che una soluzione: trovare i soldi esternamente. «Io sono anche presidente del Lariosoccorso, in questi ultimi anni ho parlato spesso dell’importanza di fare rete tra associazioni. Vorrei appellarmi a tutte le realtà erbesi invitandoli a raccogliere fondi a favore di Ca’ Prina, ricordo che è la casa dei nostri anziani e di tutti gli erbesi: moltissimi di noi hanno o hanno avuto parenti e conoscenti ricoverati in struttura».

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