«Rientravamo e vedevamo il fumo. Era la nostra casa»

Olgiate Il drammatico racconto di Marco Valsecchi: «La nostra bambina è nata solo da una settimana e ci troviamo già ad affrontare una emergenza»

Olgiate Comasco

Distruzione e solidarietà. I due volti del devastante incendio di una palazzina in via Fratelli Rosselli, divampato intorno alle 16.30 di lunedì, dove hanno preso fuoco pannelli isolanti depositati sulla copertura dove erano in corso lavori di rifacimento del manto di impermeabilizzazione.

I vigili del fuoco intervenuti da Como, Varese, Appiano Gentile, Cantù, Erba e Lomazzo sono stati impegnati fino alle 4.30 di ieri per spegnere il rogo, ma ancora nella tarda mattinata si sono riattivati alcuni focolai. Con l’assistenza dei vigili del fuoco e il supporto del gruppo comunale di protezione civile e della polizia locale, le nove famiglie residenti nella palazzina sono rientrate per recuperare effetti personali di prima necessità.

Le testimonianze

Una mesta processione. Nove famiglie fuori casa, con altrettante storie. Emblematica quella di Marco Valsecchi e della moglie Elisa, da una settimana neo genitori di Sofia: «La nascita di un figlio è già di suo d’impatto, ancora di più ora senza casa. Sofia si trova già una bella sfida e noi altrettanto per prenderci cura al meglio di lei e cercare di risolvere questa situazione che si protrarrà nel lungo termine. Lunedì eravamo andati all’ospedale Valduce alla visita di controllo dopo una settimana dalla nascita e, tornando da Como a Olgiate, vedevamo una nube di fumo. All’inizio non si percepiva da dove provenisse, sulle prime sembrava Lurate, ma ho subito avuto una brutta impressione. Più ci avvicinavamo a Olgiate e più ci sembrava nella direttrice di casa nostra. Non avendo ricevuto chiamate abbiamo sperato non fosse così, ma all’altezza del Medioevo siamo stati avvisati che la palazzina andava a fuoco e abbiamo sentito il botto dell’esplosione della bombola. In casa c’era il nostro gatto, abbiamo temuto per lui, ma i vigili del fuoco l’hanno salvato (insieme ad altri due gatti, ndr)».

Ieri hanno potuto entrare a recuperare soprattutto l’essenziale per la bimba ed è stato scioccante: «Il nostro appartamento è al primo piano sottostante al più colpito – aggiunge Valsecchi – È tutto bruciato».

Quotidianità da riorganizzare anche per Simona Gabaglio: «Mi ero trasferita in questa palazzina a giugno. Lunedì lavoravo da casa; alle 16.20 ho spento il pc e stavo andando a fare una doccia, quando hanno suonato al campanello. Ho guardato il videocitofono ed era Maurizio Berlingieri (proprietario del pub Cotton) che, avendo visto dal suo locale il nostro tetto che andava a fuoco, si è precipitato a suonare tutti i campanelli per avvisarci di uscire. Ho preso le scarpe e sono corsa fuori. Lo ringrazio, se non fosse stato per lui non so. Il mio appartamento è quello in mezzo all’ultimo piano, non c’è più il soffitto». Al momento in cui è divampato l’incendio in casa c’era anche Emanuele, 17 anni, che a febbraio era rimasto ustionato al volto per un ritorno di fiamma dal camino in casa della nonna: «Quando hanno citofonato, ho preso due cose al volo e sono uscito».

«Momenti di panico»

La mamma Arianna Tosatto: «Ero uscita poco prima, lo chiamavo e non rispondeva. Sono stati momenti di panico, sapendo la sua fobia per il fuoco dopo l’ustione. Se fosse stato di notte, avremmo fatto la fine del topo. È una mazzata. Nella casa c’è tutta la propria vita».

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