Scuola, famiglie a rischio stangata. Il buono pasto aumenta di 67 cent

Erba Spreafico (trasporto) e Cir Food (mensa) chiedono e ottengono l’adeguamento Istat del 6%. Il Comune al bivio: probabilmente si farà carico del balzello dei bus, ma non di quello per il cibo

Dopo l’asilo nido, tocca ai bus e alla mensa. L’inflazione torna ad abbattersi sul mondo della scuola: le aziende incaricate hanno chiesto al Comune di Erba di rivedere le tariffe a proprio favore in base all’inflazione annua, come previsto dai contratti di servizio.

In entrambi i casi si parla di aumenti del 6%, ora la giunta dovrà decidere come distribuire le maggiori spese tra le famiglie. Gli aumenti a carico dei genitori saranno probabilmente per i buoni pasto, mentre i maggiori costi del trasporto verranno coperti direttamente dal Comune. Per ora le certezze stanno in due determinazioni firmate dal dirigente Daniele Fabbrocino, che ha accordato adeguamenti Istat del 6 per cento - pari all’inflazione - alle aziende che si occupano del trasporto e della mensa.

Per quanto riguarda il trasporto, l’impegno di spesa del Comune a favore della Spreafico Srl passa da 118.277 a 125.255 euro. Sul fronte della mensa, per la Cir Food Srl il compenso passa da 4,72 a 5,39 euro per singolo pasto: incasseranno 267.205 tra settembre e dicembre 2023 e 668.012 in tutto il 2024.

Il trasporto scolastico interessa complessivamente un centinaio di alunni che frequentano le scuole elementari di Arcellasco e le scuole medie Puecher in centro città. Il servizio mensa riguarda invece tutti i bambini che frequentano i tre asili e i quattro plessi delle elementari dell’istituto comprensivo Puecher.

Gli adeguamenti Istat seguono quelli scattati ad agosto per l’asilo nido Magolibero: in quel caso gli aumenti a carico delle famiglie sono stati molto onerosi, fino a 53 euro in più al mese (583 euro) per i nuclei con i redditi più alti.

In questo caso si parla però di scuola dell’obbligo e l’assessore all’istruzione, Anna Proserpio, garantisce che la giunta farà il possibile per non pesare troppo sulle famiglie erbesi. «Gli adeguamenti Istat - spiega Proserpio - sono stati accordati alle aziende dal dirigente incaricato, come previsto dai contratti di servizio. Purtroppo l’inflazione è molto alta, lo sperimentiamo tutti ogni giorno, e questo si ripercuote anche sui contratti e sui servizi erogati dal Comune e dalla scuola». Il Comune non potrà coprire integralmente i maggiori costi, allo stesso tempo non tutti finirà sulle spalle delle famiglie.

«Nei prossimi giorni tratteremo la questione in giunta e delibereremo le nuove tariffe. Posso anticipare che cercheremo di scongiurare aumenti a carico delle famiglie per quanto riguarda lo scuolabus, vorremmo mantenerlo invariato. Potranno esserci invece aumenti per i buoni pasti, ma differenzieremo tra residenti e non residenti e in base alla tipologia di scuola». Se l’aumento del buono pasto in base all’adeguamento Istat è di 0,67 euro, continua Proserpio, «di certo per le famiglie la differenza sarà inferiore, soprattutto per quelle residenti in città. Si pagherà qualcosa in più, ma cercheremo di distribuire gli aumenti nel modo più equo possibile». La coperta, in ogni caso, è corta. E l’inflazione, da un anno a questa parte, non fa sconti a nessuno.

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