(Foto di Bartesaghi)
Merone Il progetto si ispira al metodo Miyawaki per assorbire più anidride carbonica
Merone
L’Oasi di Baggero, incastonata tra Merone, Monguzzo, Lambrugo e Lurago d’Erba, è uno dei luoghi naturalistici più preziosi del territorio; eppure negli ultimi anni è stato quasi dimenticato, da chi governa il territorio, nonostante il suo straordinario potenziale ambientale e turistico.
Adesso è partito Biodiversity Lab, un progetto che punta a riportare attenzione, cura e innovazione in un’area che merita di tornare al centro della vita del Parco della Valle del Lambro.
L’iniziativa nasce grazie alla collaborazione tra Chep Italia e Conad, con il supporto tecnico di Rete Clima, e ha l’obiettivo dichiarato di «generare un impatto concreto e duraturo sulla biodiversità locale», attraverso interventi sviluppati secondo le caratteristiche specifiche del territorio.
Presentato lunedì a Triuggio, il progetto riguarda la riserva naturale di 26 ettari che ospita boschi, prati, specchi d’acqua e zone umide, un mosaico di habitat che rende l’Oasi un laboratorio ideale di sperimentazione ambientale.
Le installazioni previste comprendono una BioForest ispirata al metodo Miyawaki, ovvero una foresta ad alta densità di specie autoctone pensata per crescere rapidamente e aumentare la capacità di assorbimento di Co2; le Flower Strip, strisce fiorite utili a fornire nutrimento e riparo agli insetti impollinatori; e una Log Pyramid, struttura realizzata con tronchi impilati per creare microhabitat naturali per piccoli animali e funghi, favorendo il ciclo della materia e l’equilibrio ecologico.
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