
Cronaca / Como città
Lunedì 13 Ottobre 2025
Butti arringa il popolo di FdI a Como, da Putin fino a... Rapinese
Como L’incontro tra meloniani organizzato nel weekend a Villa Gallia ha avuto come ospite il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alessio Butti
Como
Aleggia nel salone di Villa Gallia, gremito di amministratori e militanti. Ma guai a citarlo esplicitamente. Alessandro Rapinese è l’innominabile. Si dice al massimo «l’attuale sindaco». Fatto sta che alla convention comasca di Fratelli d’Italia il protagonista è stato proprio il primo cittadino del capoluogo. Protagonista in negativo, nella lettura della destra e in particolare del sottosegretario Alessio Butti, plenipotenziario lariano del partito, che ha chiuso la due giorni di dibattito dedicata al presente e al futuro del territorio.
Un Butti pacato nei toni, ma “tosto” nei contenuti, tanto da strappare applausi a scena aperta ridestando anche chi sonnecchiava nelle ultime file, ieri mattina.
Il sindaco al centro del dibattito
Al di là del curioso incipit («se c’è qualcuno dei media in sala, alzi la mano», chiedono gli organizzatori) e di una meno simpatica richiesta quando si individua il giornalista de La Provincia («questo passaggio lei non lo deve scrivere», prova a intimarci uno dei “comunicatori”, seguono scuse imbarazzate dei vertici meloniani), Butti la prende molto larga - addirittura parte da Putin e dalla Cina, passando per l’Unione europea - ma approda inevitabilmente a Rapinese. Che non solo «chiude le scuole, penalizza le famiglie e le società sportive», come aveva detto in precedenza il coordinatore Stefano Molinari, definendo «una tragedia l’eventuale rielezione dell’uscente» e auspicando che ci sia in coalizione anche «una lista civica trasversale».
«Il capoluogo ha perso il suo ruolo di traino - le parole di Butti - In tanti contesti, anche importanti, sento parlare di Lake Como, ma il capoluogo non viene nemmeno considerato. Como deve trovare una nuova vocazione e recuperare il valore che ha sempre avuto in termini economici e sociali. Quando la bolla delle case vacanza si sgonfierà cosa faremo? Bisogna guardare al futuro, con una visione di ampio respiro, cosa che oggi non sta facendo (l’innominabile Rapinese, ndr) nel modo più assoluto».
Tra nomi e spartizioni
Sì, ma il centrodestra come sta? «Auspico un confronto serio nella coalizione e soprattutto spero che ci sia lealtà tra gli alleati, cosa che non è accaduta alle ultime amministrative in città». Manca un’eternità al voto, eppure già si immaginano spartizioni e nomi, un grande classico: «Uno schema con Cantù alla Lega, noi a Erba e quindi il capoluogo espressione di Forza Italia? No, non funziona così, non è una questione di caselle - ci dice il sottosegretario, a margine - Anche perché il candidato del capoluogo non si decide a Como. Qui si avanzeranno delle proposte e poi si decide ad altri livelli, trattandosi appunto di un capoluogo. Comunque questo non è il momento dei nomi, ma del confronto e dei programmi».
Numeri alla mano, insistiamo, potrebbe essere Fratelli d’Italia a rivendicare i il candidato nel capoluogo: «Il fatto che siamo il primo partito della coalizione non significa che dobbiamo farlo pesare in ogni contesto, non è automatico. Altri lo facevano, in passato, nel centrodestra. La questione del candidato presidente della Lombardia è un altro discorso, rientra in uno scenario nazionale e legato al Veneto che è rimasto alla Lega». E a proposito di Lega, secchiate d’acqua sul fuoco rispetto all’assenza al tavolo del giorno prima della coordinatrice del Carroccio, pur invitata al pari dell’omologo forzista: «No n c’era per ragioni personali, ha mandato una bella lettera».
Seguono 15 minuti di saluti ai presenti, uno per uno. E poi si parla amabilmente di politica (incredibile!). Anche con il giornalista cattivo, quello che non ha alzato la mano.
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