Como, chiude la Corridoni ma avanza l’idea di un autosilo per lo stadio

Comune Il sindaco annuncia lo stop a un’altra scuola. «Possono andare alla Foscolo o in via Fiume, c’è posto». «Sostituita con un parcheggio su più piani? Vedremo». E la “Virgilio” si sposterà da via Magenta a via Lucini

Como

Altro pacchetto di chiusure, ricollocazioni o accorpamenti di scuole a partire dall’anno scolastico 2026-27. L’ha annunciato ieri il sindaco Alessandro Rapinese (con lui gli assessori Maurizio Ciabattoni e Nicoletta Roperto, oltre alla dirigente Mariella Luciani) ed è già stato inviato all’amministrazione provinciale e all’ufficio scolastico territoriale.

Il “pacchetto”

Accanto alla conferma della chiusura della primaria “De Calboli” di Ponte Chiasso e dell’accorpamento della scuola dell’infanzia “Como Sole” di via Salita Cappuccini alla primaria Vacchi di via Montelungo, il primo cittadino ha comunicato la ricollocazione della primaria “Corridoni” (che di fatto segna la chiusura dell’immobile di via Sinigaglia), la formalizzazione del trasferimento definitivo (ormai realtà da alcuni anni) della scuola dell’infanzia “Antonio Sant’Elia” di via Alciato alla primaria “Severino Gobbi” di via Viganò e la creazione della “grande Parini” con lo spostamento della succursale della secondaria di primo grado attualmente in via Magenta (la ex Virgilio) in via Lucini, che ospita il Centro provinciale di istruzione per adulti che, a sua volta, andrà in via Magenta. Il primo cittadino ha motivato le scelte con il sottoutilizzo delle strutture scolastiche a causa dell’inverno demografico e ha evidenziato, mostrando una serie di numeri, come nell’anno scolastico 2026-27, quindi con il piano a regime, «avremo un terzo delle scuole che potrebbero essere chiuse e tutti andrebbero a scuola». La scuola dell’infanzia, da cui vengono tolti 150 posti, ne avrà il 10% liberi (129 su 1177), la primaria che vedrà nel complesso la soppressione di 528 posti, il 35% liberi (1309 su 3726) e la secondaria di primo grado (nessun intervento finora) il 33% (851 su 2613). Nel complesso significherà avere 2.289 posti non occupati su 7.516, pari al 30%. Senza le azioni di dimensionamento l’ultimo dato sarebbe del 36%.

La novità più rilevante è quella che riguarda la Corridoni dove nell’anno 2024/25 gli iscritti sono stati 202 su 353 posti mentre la previsione per il 2026-27 è di 199. Il sindaco ha citato più volte i «principi di buon andamento, economicità ed efficienza ai quali l’amministrazione comunale deve attenersi garantendo azioni oculate nella gestione della spesa pubblica, considerati i perduranti effetti dell’inverno demografico, che si manifestano nel diffuso sottoutilizzo delle strutture scolastiche e considerato che la quasi totalità delle scuole comasche non sono a norma» (ha rivendicato che, con i lavori in fase di ultimazione alla Foscolo, saliranno a tre le scuole a norma «mentre in passato erano zero»). Da qui la scelta di ridurne il numero.

Una Foscolo più grande

Sulla Corridoni Rapinese ha precisato «che non si tratta di una chiusura della scuola, che manterrà il codice meccanografico, ma della ricollocazione delle classi. La scelta è dettata dal non voler chiudere quasi tutte le scuole in periferia per ottenere lo stesso livello di razionalizzazione. Si mantiene equilibrio evitando di desertificare i quartieri esterni». Ha spiegato che almeno quattro classi potranno andare alla Foscolo (dove c’è l’ipotesi di un intervento da due milioni per un ampliamento che consentirebbe di accoglierle tutte), ma anche a Tavernola o in via Fiume, già oggetto di lavori.

La struttura per la sosta

Per il futuro dell’edificio di via Sinigaglia il sindaco non ha escluso un autosilo, che non rientrerebbe però nel progetto del Como 1907 per il nuovo stadio («l’iter andrà avanti con l’autosilo al Pulesin, non negoziabile») ma servirebbe per «raggiungere l’obiettivo di non avere più auto in strada in quella zona, tutto però andrà verificato e bisognerà vedere anche come si integra un possibile parcheggio con il progetto stadio». Potrebbero realizzarlo il Comune, Csu, ma anche un privato. Stessa possibilità, secondo Rapinese, anche per la scuola di via Brogeda («vedrei bene un parcheggio per i frontalieri»).

Rischio ricorsi al Tar

Il secondo atto di chiusure di scuole rischia di finire (come già successo con le altre, via Perti su tutte) nuovamente sul tavolo dei giudici amministrativi. A riguardo il sindaco Alessandro Rapinese ha detto, rispondendo a una precisa domanda, che il Comune ha tempo «fino a febbraio per impugnare la decisione» e ha chiarito che «per la prima volta il Tar ha detto che la competenza è del consiglio comunale, quando l’ha sempre fatto la giunta» e per le nuove chiusure ha anticipato che «non c’è problema, questa decisione passerà anche in consiglio». Ha inoltre aggiunto che sui nidi si entrerà nel merito a febbraio, ma non ha nascosto di aspettarsi, sul piano presentato ieri, altri ricorsi. Su via Perti è però andato all’attacco: «Il 12 settembre alle 10 daremo il via al nuovo anno scolastico in via Perti. Non so se ci saranno sei bambini. Odiare i bambini è vincere i ricorsi lasciarne in sei in una topaia. Ci vediamo il 12, ci ricorderemo i nomi di quei bambini per tutto l’anno scolastico, dove se uno malato l’altro è da solo. L’unico che sta contrastando l’inverno demografico è Rapinese, tutti gli altri si sono nascosti come dei conigli». E ancora: «Come era bello stare in classe con tanti bambini. Sei, otto... è questo quello che vogliono? È questo il diritto da tutelare? Siamo seri, hanno condotto una battaglia e l’hanno persa e la loro sconfitta massima sarà il 12 all’inaugurazione della scuola fantasma. Magari inauguriamo anche il primo campionato del mondo di nascondino comasco».

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