Comprano la minicar, l’annuncio è una truffa. Spariti con la caparra

La denuncia Famiglia piemontese gabbata in città. Arrivano in via Italia Libera per comprare una Ligier ma scoprono di essere stati derubati di 500 euro

Como

Minicar in vendita a Como, un vero affare... ma per il truffatore. Una famiglia piemontese, venerdì, ha denunciato ai poliziotti della Questura cittadina di aver perso cinquecento euro di caparra pagata per l’acquisto di una Ligier, di quelle che possono essere guidate anche dagli over 14 anni. Una vicenda fotocopia a decine di denunce analoghe che ogni mese vengono raccolte dalle forze di polizia comasche. E che merita di essere raccontata, per comprendere la dinamica e provare a non cascarci.

La truffa

E quindi, sul sito autoscout24 il 29 aprile scorso un 55enne piemontese trova l’annuncio per una minicar Ligier al prezzo di 8mila euro. L’uomo compila il format per contattare il venditore al quale bastano meno di una decina di minuti per chiamare l’aspirante acquirente.

Il venditore o, meglio, il truffatore comincia a fornire le informazioni del caso e a girare su whatsapp le foto dell’auto. E precisa di essere residente a Como, dove nel caso dovrà essere ultimato l’acquisto della minicar. L’auto piace, soprattutto al figlio minorenne, e così il giorno successivo l’aspirante acquirente torna a contattare il numero da cui era stato chiamato.

«Sono interessato, ma prima del 2 maggio non posso venire a Como» dice l’uomo. Risposta: «Bene, ma mi ha chiamato anche un altro acquirente. Se davvero volete l’auto, vi chiedo una caparra». Il piemontese accetta, si fa dare l’iban - che coincide con una ricaricabile Poste Pay, intestata a un prestanome (ma questo lo si scoprirà soltanto con il senno del poi) - e procede al bonifico.

«Perfetto, allora ci vediamo il 2 maggio in via Italia Libera 19 a Como alle 10 del mattino».

Padre, madre e figlio venerdì partono alla volta della nostra città e, puntualissimi, arrivano in via Italia Libera. Una volta sul posto chiamano il numero del venditore: «Siamo qui». Risposta: «Sono in ritardo di mezz’ora». Aspetteranno fino alle 11.30. E per tutto il tempo proveranno, inutilmente, a contattare il numero del truffatore. A mezzogiorno girano l’isolato e bussano agli uffici della Questura per presentare denuncia. Nel pomeriggio, terminate le pratiche, la minicar Ligier sarà ancora regolarmente in vendita.

La dinamica e le indagini

Le truffe di questo tipo, come detto, sono sempre più numerose. Su siti come autoscout24 ma anche subito.it spesso e volentieri vengono pubblicati annunci che sono soltanto un’esca per attirare possibili vittime.

E dunque i consigli delle forze di polizia sono sempre gli stessi. Mai anticipare soldi, ma pagare solo ed esclusivamente nel momento in cui si ha la certezza di poter entrare in possesso dell’oggetto del desiderio. Mai fornire dati personali e, soprattutto, coordinate bancarie.

Le indagini, per questo tipo di truffe, sono tutto tranne che agevoli. Di solito l’intestatario dell’iban utilizzato per farsi accreditare il bottino della truffa è un prestanome, spesso qualche senzatetto o qualche piccolo pregiudicato pagato un centinaio di euro per intestarsi il conto e i soldi vengono prelevati immediatamente dopo l’accredito; lo stesso discorso vale anche per il titolare del numero di telefono usato per contattare le vittime.

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