Condannato il fiscalista “nullatenente”: quattro anni e 2 mesi e confisca dei beni
L’udienza Commercialista con studio in centro colpevole di una frode fiscale milionaria. Arrestato a settembre, secondo la Procura usava le sue società per proprie spese personali
Il giudice che, nel primo pomeriggio di ieri, ha condannato il commercialista con studio in centro città, ha anche ordinato la confisca di tutti i beni sequestrati al professionista. Tra questi la villa di Alserio dove abita e dove si trova, tuttora, agli arresti domiciliari. Abitazione che, secondo l’accusa, si sarebbe pagato aggirando le norme sul fisco e utilizzando indebitamente denaro delle società a lui riconducibili.
Quattro anni e due mesi di reclusione per Gianpaolo Palmiero. Questa la condanna inflitta al commercialista, finito in carcere lo scorso settembre con l’accusa di dichiarazione fraudolenta mediante artifici, emissione di fatture per operazioni inesistenti e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Il tutto per un ammontare di circa tre milioni di euro.
Quando, lo scorso settembre, i finanzieri di Olgiate Comasco hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare, richiesta dal pubblico ministero Massimo Astori, hanno anche provveduto a una serie di sequestri. Tra questi le quote delle quattro società riconducibili al professionista con studio in via Diaz (ma domicilio ad Alserio), denaro contante per oltre 300mila euro, ma anche immobili tra i quali la villa dove abita con la famiglia.
Tutti beni di cui il giudice ha ora ordinato la confisca (che, in ogni caso, potrà diventare operativa solo in caso di condanna definitiva anche in Cassazione... ora siamo soltanto al primo grado).
I sequestri
Gli immobili sequestrati, alcuni si trovano nel Comasco altri in diversi luoghi di villeggiatura, secondo quanto ricostruito dall’indagine della Procura sarebbero passati prima nelle mani di parenti poi di una società marocchina, la Levant de Participations Holding Offshore, di cui il fiscalista comasco era il procuratore speciale. Il tutto per far in modo che non fosse “aggredibile” dalle fiamme gialle e, soprattutto, dalle tasse.
Ad esempio, a Palmiero viene contestato il trasferimento delle proprietà di immobili (o porzioni di essi) sparsi tra il Bresciano, Alserio, Lipomo, Como (una quota dello studio di via Diaz), Celle Ligure e Inverigo in realtà fittizio. Con il solo scopo di nascondere allo Stato, e dunque al fisco, un immenso patrimonio immobiliare. Inoltre, riguardo alla villa con piscina di Alserio, i lavori di costruzione sarebbero stati pagati dai soldi di una società cooperativa, riconducibile al fiscalista, con proventi derivanti - sempre secondo l’accusa - dall’evasione fiscale.
Presente in aula
Nel corso della sua requisitoria, il pubblico ministero Astori aveva sollecitato una condanna a cinque anni di carcere. Alla fine il giudice per le udienze preliminari, Carlo Cecchetti, ha emesso una pena a 4 anni e 2 mesi di reclusione che, considerando la riduzione di un terzo per la scelta del rito abbreviato, vuol dire essere partito da sei anni e mezzo.
Lo stesso Palmiero ieri si trovava in aula e, al momento della lettura della sentenza, era presente anche lui.
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