Cri commissariata, petizione dei soci: «Decisione eccessiva che va annullata»

La vertenza I volontari chiedono a Roma di fare retromarcia: «Il centro migranti funzionava». «Accoglienza ottimale, gli ospiti tornano a trovarci, a una bimba dato il nome di un’operatrice»

Como

I soci di Como chiedono alla Croce Rossa nazionale di annullare il commissariamento.

Gira una petizione tra i volontari del comitato comasco redatta all’indomani dell’azzeramento del direttivo locale imposto da Roma. Una decisione presa alla luce delle gravi accuse mosse nella gestione del centro migranti di via Oltrecolle. Effettuati i sopralluoghi, i responsabili hanno rilevato scarse condizioni igienico sanitarie, degrado, sporcizia e quindi hanno messo alla porta i colleghi comaschi. Volontari che però nella petizione intendono «manifestare l’assoluto stupore nell’apprendere una tal decisione e sottolineare la disapprovazione della stessa».

Il destinatario è il presidente nazionale Rosario Gianluca Valastro.

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Tornati alla normalità

«Dopo le vicende drammatiche di cinque anni fa ed il successivo lungo periodo di commissariamento – si legge nel documento - resosi necessario per correggere una situazione ormai sull’orlo del tracollo, da poco più di un anno il Comitato di Como era tornato ad una normale vita associativa. Il presidente, unitamente a tutto il consiglio direttivo, ha riacceso in tanti soci demotivati il vero spirito volontaristico che contraddistingue l’associazione, con azioni concrete, nel pieno rispetto del piano concordatario sottoscritto dal precedente commissario». La Croce Rossa di Como, travolta dai debiti accumulati prima della pandemia, deve pagare somme ancora ingenti. Ora però il comitato, spiegano i firmatari della petizione, stava riassestando i conti e ricomponendo l’organico, «prima demansionato a causa della mancanza di fondi».

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«Relativamente al centro migranti gestito dal Comitato, al di là degli errori commessi – recita sempre il documento - sottolineiamo solo come in oltre due anni l’accoglienza degli ospiti sia stata ottimale, con un rapporto umano che più volte ha portato gli ospiti già trasferiti negli altri centri d’accoglienza a tornare per un saluto, fino addirittura a battezzare una bimba con il nome di una nostra operatrice in segno di gratitudine. In due casi nostri ospiti hanno trovato un lavoro grazie alla nostra segnalazione. Dal punto di vista sanitario nessun migrante al momento del trasferimento ha mai riscontrato problemi di salute (se non quelli già trattati dal nostro direttore sanitario) e qualsiasi segnalazione di vulnerabilità al momento dello sbarco è stata prontamente gestita a tutela della persona in collaborazione con gli organi prefettizi».

Il comitato di Como rivendica di stare portando avanti la gara per il 118 del prossimo triennio, l’affidamento per il trasporto dei pazienti in dialisi, oltre a diverse convenzioni con Comuni e privati.

Senza motivazioni

«L’attuale gestione stava pertanto pienamente soddisfacendo le aspettative dei soci. Il commissariamento del Comitato è pertanto stato un fulmine a ciel sereno, con motivazioni che non si comprendono appieno. La nomina di un commissario esterno, non a conoscenza della storia e delle dinamiche interne, può rappresentare una grossa incognita sulla prosecuzione della normale vita associativa e una forte demotivazione di tutti i soci. I firmatari pertanto chiedono al presidente nazionale ed al consiglio di annullare tale decisione, ristabilendo il direttivo in essere, ricordando solo che il Comitato di Como ha quasi 160 anni di storia e rappresenta oltre 300 soci».

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