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Martedì 09 Settembre 2025
E’ Gabrielloni la bandiera del Como
Sondaggio Il centravanti è stato il preferito dai tifosi, davanti a Borgonovo e a Centi,
Como
Certi paragoni non si dovrebbe farli. La buccia di banana è fare parallelismi tecnici tra epoche diverse che non esistono. Ma il calcio è cuore, soprattutto, almeno finché non sarà messo fuorilegge per decreto e sulle sciarpe magari ci sarà il simbolo dell’euro. Passione, emotività, amore, pareri sgorgati da cuore. Ecco perché hanno votato in tanti al sondaggio su chi sia la vera bandiera azzurra, o quantomeno il giocatore che accende le emozioni del popolo azzurro. Qualche giorno fa, salutando la partenza di Gabrielloni, avevamo fatto un giochino pubblicando una lista di fotografie e di nomi che potevano in qualche modo rappresentare la storia del Como, sicuramente per quella che riguarda l’affetto e l’amore della gente. Vi siete buttati a capofitto. Abbiamo raccolto i voti, non solo quelli che sono arrivati al nostro sito, ma anche a votazioni avvenute in piattaforme e chat parallele, ed è stato un festival di nomi. Di ricordi. Abbiamo scoperto, anche, tante citazioni di nomi che noi, per motivi diversi, avevamo lasciato fuori, ma anche voti per personaggi che avrebbero potuto, o lo sono effettivamente, essere scivolati via dalle memorie da stadio, e invece sono rispuntati come per magìa.
Ha vinto Alessandro Gabrielloni, e forse non poteva essere altrimenti. Troppo fresca l’ondata emotiva per il suo addio. Troppo singolare la sua avventura. Per riassumere la sua figura, è stato illuminante il commento di un tifoso: «Uno che abbiamo visto piangere di gioia (le famose lacrime in panchina alla promozione in serie A, ndr) e piangere di tristezza (il filmato della società in cui annunciava la sua separazione dal Como, ndr) per la maglia azzurra». Gabrielloni poi ha altre caratteristiche che lo rendono “immortale”, tra cui senza dubbio quella di essere un giocatore che ha legato uno dei momenti più bassi della storia del Como (la serie D dopo la mancata iscrizione del 2017) a uno di quelli più alti, la fantastica serie A di Fabregas. Che Gabrielloni potesse vincere, era abbastanza nelle previsioni. Bisognava vedere, però, davanti a chi. E sul podio, con una differenza minima, quasi ex aequo, ci sono finiti Stefano Borgonovo e Giancarlo Centi.
Borgonovo è un totem della tifoseria azzurra, di cui restano effigi, scritte, bandiere, striscioni e murales a ricordarne il percorso e la sofferenza. Ma Borgonovo non è lì certo solo per il dramma che lo ha colpito. Nei suoi anni in azzurro ha rappresentato forse il simbolo più forte e coinvolgente di una gioventù esplosiva tutta da gustare.
Un vanto per i tifosi avere quel numero nove in rampa di lancio. Poi, certo, la malattia, la sofferenza, l’epilogo hanno fatto il resto. Con quella visita al Sinigaglia in carrozzella, una giornata in cui si riunì tutta la tifoseria per rendergli omaggio. Centi, secondo dietro Ballarini in quanto a presenze azzurre, è una statua tuttora presente, visto che si occupa della attività di base del Como. Uno che ha fatto di tutto, ha giocato, ha allenato, ha diretto, ha pensato. E che rimarrà nella storia anche per quella arringa con cui fermò la conferenza stampa degli uomini di Lady Essien al Sinigaglia, mettendo il Como, la sua storia, il suo simbolo davanti a tutto.
Appena giù dal podio se la sono giocata Gattuso, Correnti e Ardito,e forse questi primi sei nomi rappresentano una categoria speciale, il gruppo dei più votati, quelli che la gente considera l’immagine della storia del Como. Tra gli altri votati, alcune curiosità. Nicoletti ha battuto di un soffio Cavagnetto nella gara a due della coppia di attaccanti più iconica della storia. Sono comparsi nomi, anche votati più volte, che non comparivano nella nostra lista, come i portieri Giuliani e Rigamonti, il primo scomparso giovane, il secondo ricordato come il portiere che batteva i calci di rigore. Tanti voti per Corneliusson e anche per Dirceu, due stranieri che hanno lasciato il segno, anche se il brasiliano (come Oliveira) è rimasto in azzurro solamente una stagione. Tra le citazioni di gente che ha giocato in questi tempi, Cutrone e Bellemo. Poi, le citazioni estemporanee. Curioso vedere votare gente come De Gradi, Fuakuputu, o Morbiducci, mentre per altri è stato decisivo magari un ricordo particolare come il gol nei playoff di Colacone a La Spezia, il gol al Milan su punizione di Palanca, lo striscione per Mirabelli “Amici del Walter”. E poi quelle citazioni per Nino Balducci, il telecronista per il quale la definizione di “bandiera” non è certo esagerata
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