Gaffuri: «Io nella squadra di Basso, non ci posso credere»

Intervista Il campione italiano Gravel: «Dopo i primi due anni avevo deciso di smettere con il ciclismo agonistico»

Como

Voleva la vittoria e se l’è presa, a coronamento di un 2025 a dir poco magico. A quasi una settimana dalla vittoria del campionato italiano Gravel, Mattia Gaffuri, ciclista erbese classe 1999, non nasconde la propria soddisfazione per l’esito della gara di domenica ad Abbadia San Salvatore, in provincia di Siena, che l’ha visto allungare e controllare, fino alla gioia del traguardo. «Era uno degli obiettivi della seconda parte dell’estate – dichiara –. Correvamo su un percorso adatto alle mie caratteristiche, con molta salita. Gli ho dato la priorità, tanto che mentre i miei compagni dello Swatt Club sono andati a correre in Indonesia, io ho dato priorità al campionato italiano Gravel. Volevo vincere ed è andato tutto per il verso giusto, perché alla fine avevo margine sul secondo e sono riuscito a controllare al meglio».

Tempo

Gaffuri ha completato gli 83,3 chilometri del percorso in due ore, 42 minuti, 37 secondi, tenendo un ritmo insostenibile per i rivali e laureandosi campione. Un titolo che si aggiunge agli ottimi piazzamenti recenti: quinto ai campionati italiani assoluti su strada e vincitore della classica per scalatori Pessano-Roncola per Elite e under 23. «Fin qui è stata un’annata ben oltre le aspettative – commenta l’erbese –. Quando abbiamo formato la squadra Elite non sapevamo cosa aspettarci. Già da subito, però, con le prime gare, ci siamo resi conto che avremmo potuto fare molto bene. Poi con fiducia i risultati sono arrivati. Siamo molto contenti: da aprile in poi ho sempre ottenuto ottimi piazzamenti».

Qualcosa di difficile da ipotizzare solo fino a qualche anno fa. Il matrimonio tra Gaffuri e il ciclismo è avvenuto soltanto sei anni fa, dopo una carriera giovanile nel mondo dell’atletica. Poi a 20 anni, complice qualche infortunio, la scelta di cambiare sport e di provare un’altra strada. «E all’inizio non pensavo sarei mai arrivato a gareggiare ad alto livello – ammette –. Quando ci penso mi sembra ancora pazzesco. Dopo i primi due anni avevo deciso di smettere con il ciclismo agonistico. Mi sono concentrato sulla laurea in Scienze motorie, pur continuando ad allenarmi. Con la costanza, però, il mio livello è cresciuto e quando ho ripreso ho notato subito la grande differenza con il mio rendimento nell’Under 23».

Risulati

I risultati parlano da soli. Tanto che da ieri è ufficialmente un membro del team Polti di Ivan Basso e Alberto Contador, con un contratto da stagista. «Incredibile – conclude –. Basso era uno dei miei idoli da bambino. Per me è una grande opportunità. Non cambierò quello che sto facendo, ma cercherò di integrarmi al meglio nel gruppo, entrando in punta di piedi, con umiltà».

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