I retroscena della telenovela. Di Marzio: «Fabregas corretto»

Incontri, dichiarazioni e scelte finali. Il commento dei giornalisti sul tecnico spagnolo

Fabregas a un passo dall’Inter. E poi no, perché ha rilasciato delle dichiarazioni a Londra dove parla del suo futuro nel Como. O forse sì, perché Ausilio vuole incontrarlo per convincerlo ad allenare i nerazzurri. Ma alla fine no, dato che il presidente Suwarso si è esposto parlando di “pura fantasia”, sebbene quello “speriamo” alla domanda “Fabregas allenerà il Como la prossima stagione?” secondo qualcuno poteva essere il prodromo di una telenovela non ancora chiusa del tutto.

Sono stati giorni clamorosi, fittissimi. Da una parte le notizie degli esperti di calciomercato, dall’altra frasi, azioni e indizi che facevano intendere l’opposto rispetto al circo mediatico. Insomma, una gran confusione. Cosa è successo davvero? Quali sono i retroscena di questa trattativa? Ma soprattutto, qual era la vera intenzione di Fabregas?

Secondo Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport «Il Como e Fabregas sono stati esemplari nel mostrare che i contratti si rispettano, in un mondo in cui spesso sono carta straccia. Un allenatore se vuole rompere, lo fa. Fabregas ha fatto parlare il club, ha sempre demandato alla dirigenza eventuali risposte. E questo è un segno di grande professionalità. Il Como con questa mossa sale di livello, una realtà che rappresenta una bella notizia per il calcio. Bel gioco e progetti in cui credono fermamente. Ancora oggi questo “no” fa scalpore, ma credo che sia una bella notizia per il movimento».

Di parere simile anche Marco Demicheli, giornalista di Sky Sport: «Mi aspettavo una decisione del genere. Ero dubbioso di fronte alla prima offerta del Bayer Leverkusen: Cesc si è incontrato con il club tedesco e in quel momento pensavo lasciasse. Ma una volta respinto quell’assalto ero abbastanza convinto che sarebbe andata in maniera simile anche nelle altre situazioni. L’Inter è una squadra che di certo lo ha fatto vacillare: il contatto a Londra c’è stato ma alla fine ha prevalso il patto tra lui e la società. Ora la situazione è chiusa. Il famoso “speriamo” di Suwarso è stata solo una risposta improvvisata».

Fabrizio Biasin, capo dei servizi sportivi di Libero, noto interologo ma comasco e molto attento alle vicende dei biancoblù, dice: «L’ho ripetuto in tutte le trasmissioni dove sono andato: in pochi hanno capito la potenza della società Como. Uno magari pensava che sarebbe stato facile strappare l’allenatore ai lariani, ma non è così». Fabregas prigioniero? «Macché prigioniero. Il Como non è una prigione, ma un posto dove si può fare calcio molto bene, un posto ideale per fare l’allenatore e credo che Fabregas sia contento di fare parte di questo progetto».

Gianluca Di Marzio di Sky Sport, punto di riferimento nel mondo del calciomercato ci ha detto: «Se uno vuole lasciare un club fa di tutto, a maggior ragione se chiama l’Inter. Fabregas è stato corretto; ha pensato che a Como ci siano ancora le condizioni per crescere. Sa benissimo di non essere un fuoco di paglia: la sua carriera è destinata ad allenare un top club. Ma trovo davvero importante l’atto di forza del Como a non autorizzare nemmeno l’incontro con i nerazzurri (che comunque è avvenuto prima della famosa cena con la moglie). È come se avesse già vinto la prima giornata di campionato: questo “No” all’Inter ha un significato enorme. Il mercato sarà di altissimo livello. Ricordo un incontro con Ludi quando il Como era ancora in Serie C e gli chiesi di questa proprietà. Mi disse: “C’è un programma decennale per arrivare al top, dal centro sportivo ai risultati in campo”. Ragionamenti così a lungo termine sono rarissimi. Insomma, i lariani sono in mani strasicure».

Alfredo Pedullà, esperto di mercato per Sportitalia e Gazzetta dello Sport, ha le idee chiare: «Non basta avere i soldi per fare cose buone. Noi sappiamo che Ausilio è andato a Londra a parlare con Fabregas e secondo me aveva l’autorizzazione. Forse Fabregas avrebbe fatto meglio a dire una parola, tipo “ringrazio l’Inter ma resto al Como”, il suo silenzio può essere male interpretato. Strascichi tra le due società? Non è escluso, forse era meglio rimanesse tutto sotto traccia. Di certo l’Inter è rimasta spiazzata».

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