Bocciati i tagli proposti dal Comune sulle scuole di Como: ecco le motivazioni

Il caso Al vaglio dei rappresentanti di famiglie e docenti il progetto di chiudere altri plessi in città. Dai verbali emergono inadeguatezze strutturali e considerazioni relative all’esperienza didattica degli studenti

Como

Manca poco più di una settimana al 7 ottobre, data entro cui Palazzo Cernezzi deve approvare la delibera per la riorganizzazione della rete scolastica progettata dalla giunta, ma i consigli dei quattro istituti comprensivi cittadini hanno bocciato la proposta. Il loro parere sul piano della giunta guidata dal sindaco Alessandro Rapinese è obbligatorio ma non vincolante e l’ultima parola sulla delibera che andrà girata all’amministrazione provinciale e poi in Regione spetta al consiglio comunale.

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«Piano irricevibile»

Nel frattempo però i presidenti dei quattro consigli d’istituto - Mirko Grisoni per Como Nord, Andrea Ballerini per Como Lora, Marco Porcellana per Como Centro e Simone Molteni per Como Borgovico - non accettano che i pareri espressi vengano ignorati. «Riteniamo che il piano scuole presentato si irricevibile per varie ragioni e indegno di una città ricca come Como» scrivono in un comunicato congiunto in cui sintetizzano quanto emerso dalle sedute dei rispettivi consigli d’istituto.

L’istituto Como Borgovico, in merito alla chiusura del plesso di via Sinigaglia, effettua alcune considerazioni che portano al parere contrari. In primis, «il fatto che negli ultimi anni il numero degli iscritti si è mantenuto costante, con un incremento a 210 iscritti per l’anno scolastico 2025-2026 (non indicato nella relazione trasmessa dal Comune)». Ma si tengono in considerazione anche gli investimenti pubblici utilizzati per la scuola e «ancora oggetto di possibili controlli e ispezioni da parte delle autorità competenti».

Ma si considera anche la soluzione alternativa proposta dalla giunta per gli alunni di via Sinigaglia, giudicandola «irricevibile»: «Undici classi divise tra Foscolo, Filzi, Tavernola e via Fiume (altro istituto): un plesso suddiviso in quattro succursali sarebbe comprensibile solo come conseguenza del verificarsi di calamità naturali».

Il consiglio d’istituto di Como Centro invece punta il dito sulla proposta di trasferire definitivamente i bambini dell’asilo Sant’Elia, che attualmente si trovano in via Viganò, nella primaria Severino Gobbi. A sostegno del parere contrario vengono citate tre motivazioni: «l’inadeguatezza strutturale della scuola ripetutamente segnalata negli ultimi sei anni», il fatto che «la porzione di edificio eventualmente destinata alla scuola dell’infanzia è deputata a ospitare bambini da 6 a 10 anni e non da 3 a 6 anni» (citano bagni non adeguati, finestre molto alte e non idonee, ringhiere delle scale non compatibili e pavimentazione inadatta, ndr) e «assenza di requisiti di sicurezza evidenziati ripetutamente».

Le motivazioni

Quattro invece le motivazioni addotte dall’istituto Como Lora contro la proposta di accorpare l’asilo di Salita Cappuccini alla primaria Vacchi: alcune criticità logistiche come il sovraffollamento e la riduzione degli spazi, l’inadeguatezza dell’infrastrutture, la differenza di età tra studenti che si troverebbero negli stessi spazi, l’impatto sugli investimenti , ma anche la perdita di un presidio territoriale e l’interruzione di servizi essenziali per le famiglie. Non mancano però anche considerazioni sull’incompatibilità della proposta della giunta con le diverse necessità pedagogiche e didattiche dell’asilo di Salita Cappuccini e della primaria Vacchi.

L’istituto Como Nord parla invece di «dati del tutto errati» forniti dal Comune sul grado di occupazione della scuola nella relazione tecnica a supporto delle motivazioni per la chiusura della scuola primaria di Ponte Chiasso. Il Comune propone in questo caso il trasferimento degli studenti nella scuola Massina: «soluzione impraticabile - commenta il consiglio d’istituto - anche in questo caso la relazione tecnica presenta evidenti errori di calcolo».

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