Lo stop di Rapinese: «Prima la sicurezza, voglio i parapetti»

Lungolago Il sindaco replica all’assessore Sertori: «Il progetto originale prevedeva le protezioni, niente rischi». VOTA IL NOSTRO SONDAGGIO

Como

Il tema dei parapetti, o meglio dei campioni posati a Sant’Agostino martedì e bocciati non solo dalla gran parte dei comaschi, ma anche dagli stessi assessori regionali Massimo Sertori e Alessandro Fermi, resta in primo piano. E se i due esponenti regionali nelle ultime ore hanno proposto di lasciare il lungolago libero dalle protezioni, il sindaco Alessandro Rapinese risponde con un grande “no” appellandosi alla sicurezza che, a suo avviso, deve prevalere su tutto. Non mettere barriere, secondo lui, comporterebbe troppi rischi. I parapetti, quindi, ci dovranno essere secondo il numero uno di Palazzo Cernezzi che rinvia a un incontro con Regione e Soprintendenza, che si terrà nei prossimi giorni, l’analisi e gli approfondimenti su come debbano essere dal punto di vista estetico, pur dovendo rispettare le normative in merito ad altezza, distanze, tenuta.

«Premesso che non è il Comune di Como a dover progettare, realizzare e autorizzare nulla – le parole del sindaco - preciso che sulla base degli accordi del 2018 al Comune di Como deve essere restituita un’opera pubblica con degli elementi di sicurezza che, sul vocabolario, vengono definiti parapetti. Se mi chiedete cosa penso dei parapetti originari a forma di timone, considerato che sono nato a Sant’Agostino, posso solo dire che li adoro e hanno segnato la mia esistenza. Se però mi chiedete oggi, da sindaco, se installerei quei parapetti la risposta è semplice e di due sole lettere: no. Questo perché sono illegali e, da quando sono diventato sindaco, sono coinvolto in già troppi processi per questioni legate alla sicurezza».

No ai “timoni”

Rapinese entra poi nel merito: «Stabilito una volta per tutte che i timoni non possono essere adeguati e installati perché le normative oggi prevedono che quegli elementi di protezione debbano avere precisissime caratteristiche, rimangono sul tavolo solo due opzioni: mettere i parapetti come le normative impongono, decisamente meno romantici dei timoni vedi lungolago di Lecco, oppure non metterli». Sertori a “La Provincia” aveva dichiarato, bocciando esteticamente il campione predisposto: «Personalmente ero, sono e sarò della stessa opinione che ho da sempre. La normativa non impone di realizzare i parapetti, ma se si fanno va rispettata integralmente. Il lungolago a mio avviso è diventato veramente bellissimo anche se in stile minimal e credo che non fare il parapetto sia la cosa migliore».

Troppi pericoli

Parole a cui il sindaco risponde senza possibilità di trattativa: «Quando penso alle svariate centinaia di migliaia di persone che ogni weekend calpestano il nostro lungolago, quando penso alle centinaia di famiglie in coda per la Navigazione, a bambini, anziani, disabili e ancora persone leggermente distratte in un momento di felicità e svago che potrebbero cascare nel vuoto in un liquido decisamente meno galleggiabile dell’acqua del mare e decisamente più fredda senza avere nessun appiglio per decine e in alcuni casi centinaia di metri, la possibilità che qualche persona che abbia la sola e unica responsabilità di essersi distratta un momento o nella ressa essere stata spintonata nel lago con le conseguenze inevitabili a meno che si sia in presenza di un campione di nuoto in attività, da sindaco ritengo opportuno che prima di valutare l’eliminazione dei parapetti ci sia già un bel discorsetto pronto da fare alle famiglie in occorrenza di una tragedia più che probabile. Ribadisco che non stiamo parlando del lungolago disperso in qualche area remota della Finlandia e non stiamo nemmeno parlando, in termini di volumi di persone, del lungolago di Lecco, ma del lungolago più visitato al mondo e quindi più trafficato».

Negli ultimi giorni c’è stata una sollevazione popolare. Oggi Rapinese dice: «Diamoci tutti una calmata e, soprattutto, vediamo di non fare stupidaggini. I parapetti su un lungolago così visitato servono, i vecchi stupendi parapetti oggi non si possono più usare, quelli che potremo sostituire, anche se li progettasse il miglior architetto del pianeta, devono avere delle caratteristiche tali per cui il romanticismo va a farsi benedire. In ultima analisi ricordo a tutti che il turismo ha iniziato a decuplicare di anno in anno da quando davanti al lungolago sono apparse staccionate altissime, non sarà quindi un parapetto alto 110 cm a farci disinnamorare del lago più bello del mondo. Tra l’altro il parapetto che hanno fatto vedere era più alto di 25 cm rispetto a quello che sarà in realtà perché posato su una putrella per dargli stabilità». E chiude sui passi fututi: «Settimana prossima sentirò nuovamente Sertori e la Soprintendenza, ma su una cosa non transigo: non voglio avere sulla coscienza una persona che, seppur distratta, cascando nelle nostre acque fredde e pesanti e senza nessun appiglio nel raggio di centinaia di metri, debba pagare un prezzo troppo alto per giustificare l’assenza di un elemento di sicurezza».

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