Un fossile vivente comparso più di 200 milioni di anni fa e sopravvissuto a glaciazioni e altri mutamenti climatici: è lo storione cobice , anche conosciuto come storione dell'Adriatico , che dopo essere scomparso a causa di inquinamento e sbarramenti è tornato a popolare i fiumi del Nord Italia grazie a 4.900 esemplari reintrodotti in 10 anni . La notizia è arrivata durante il primo Convegno Nazionale dell’Unione Italiana Giardini Zoologici e Acquari e il risultato si deve in particolare all' Acquario di Cattolica e a l 'acquario Oltremare di Riccione , coordinati dall' Università di Bologna .
I due acquari hanno svolto un ruolo complementare di primo piano: le vasche dell' Oltremare di Riccione ospitano uno dei nuclei principali di storioni destinati alla riproduzione e all’ allevamento giovanile , mentre l'A cquario di Cattolica si occupa di educazione ambientale e divulgazione . Queste due strutture, unite al lavoro dei ricercatori dell'Ateneo bolognese guidati da Oliviero Mordenti, hanno dunque rappresentato un ponte tra ricerca scientifica e pubblico e hanno permesso allo storione dell'Adriatico, nome scientifico 'Acipenser naccarii', di riconquistare gli spazi perduti. I quasi 5mila esemplar i sono stati rilasciati , in particolare, nei fiumi Reno , Bevano e Savio , nella laguna Pialassa della Baiona e nell’area meridionale del Delta del Po .
Il successo testimonia, dunque, il ruolo sempre più attivo di zoo e acquari italiani nella conservazione della fauna selvatica . "Gli acquari hanno sempre più insita nel loro operato la vocazione per la ricerca, la conservazione e la sensibilizzazione", afferma Patrizia Leardini, direttore operativo di Costa Edutainment che gestisce diverse strutture italiane, tra le quali anche i due acquari romagnoli. "Collaborare con l'Università di Bologna è stata ed è una bellissima occasione per rispondere a questa vocazione - commenta Leardini - mettendo a disposizione la competenza e le strutture che abbiamo".
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