Natale: consolatevi
Oggi Dio è con noi

La consolazione del Natale: oggi Dio è con noi

Dio si fa bambino e diventa come uno di noi, per poter condividere dal di dentro la nostra stessa avventura umana. Questo è il messaggio sempre vero e sempre attuale del Natale ed è particolarmente consolante avere oggi questa consapevolezza, in un momento storico così particolare e difficile a causa della pandemia da coronavirus.

Per tanto tempo la cultura occidentale ha insistito nel valorizzare il primato di un “super uomo”, ricco di potenza, dotato di ogni possibilità, sicuro della tecnica e della scienza, così da superare ogni limite e diventare tanto autonomo da escludere perfino Dio dalla propria vita. Si è sostenuto con convinzione che per affermarsi e inserirsi nella società occorresse differenziarsi e presentarsi agli occhi degli altri come appartenenti a una categoria superiore.

Dio, invece, che è infinitamente grande, è entrato nell’infinitamente piccolo: solo Dio può osare tanto! È commovente considerare che il Figlio di Dio onnipotente, pur di farci partecipi del suo amore trinitario, con una scelta del tutto inattesa dalla mente umana, si è fatto carne, cioè ha assunto la nostra stessa condizione di grande fragilità e debolezza.

Il coronavirus ha fatto emergere tutti i nostri limiti. Ad essi si sono aggiunti la paura, l’incertezza e la precarietà. Insieme alla vulnerabilità, che è una condizione permanente della natura umana. In questi mesi ci siamo ripetuti, in più occasioni, che dopo l’esperienza che stiamo vivendo nulla potrà essere come prima. Ce lo ha detto anche papa Francesco nell’ultima enciclica “Fratelli tutti”, sollecitando non a “ripartire”, ma a vivere “un nuovo inizio”.

Il primo passo potrebbe essere la presa di coscienza che non possiamo vivere da isolati, né solo per noi stessi: abbiamo bisogno gli uni degli altri. “Siamo tutti sulla stessa barca!”: è diventata l’espressione sulle labbra di molti, in questi tempi di pandemia. Ed è proprio a causa di essa che noi umani abbiamo sentito ancora più forte l’interdipendenza che ci lega tutti. Stiamo sperimentando l’amarezza per l’aver limitato le nostre relazioni interpersonali. Nel desiderio di avere qualcuno accanto si comprende il mistero del Natale, dal momento che Gesù si fa carne e accorcia le distanze, fra Dio e l’uomo e fra gli uomini stessi.

La pandemia, insieme al dolore, alla sofferenza, alla fatica materiale, ha anche fatto emergere tante storie di solidarietà e impegno per gli altri: in questo si manifesta la fraternità, che per essere vera, ha bisogno di continui gesti d’amore. In questo modo, ci è stata data la possibilità di imparare ad accettare la nostra condizione umana, soprattutto condividere, senza inutili affanni, fragilità e debolezza, dentro le quali però non possiamo rinunciare al dono di noi stessi.

Vorrei augurarvi, in questo Natale 2020 così speciale, di sperimentare da una parte il senso vero della riconoscenza, con meno beni materiali, ma grati per sperimentare maggiore umanità, amicizia e condivisione.

Dall’altra invito tutti a non perdere la speranza. So benissimo quante fatiche stiamo vivendo. A causa della malattia, dell’incertezza per il lavoro, dell’inquietudine per il futuro. Ho accolto le preoccupazioni di famiglie e lavoratori. Ci sono nuove povertà e povertà che diventano sempre più grandi. Eppure, nella Notte Santa di Natale, leggiamo le parole del profeta Isaia: Il popolo che camminava nelle tenebre, ha visto una grande luce. Auguro che ciascuno possa, sentendo Dio vicino, vedere una grande luce in questo tempo di tenebre. È la luce che nasce da una rinnovata umanità. È la luce della fede e delle scelte, anche coraggiose, che ci porteranno a rialzare lo sguardo, a rivestirsi di fiducia e a ritornare a sperimentare la grazia dell’incontro.

Auguri di cuore!

© RIPRODUZIONE RISERVATA