Rapinato un ragazzo disabile: schiaffi e spintoni, poi sono scappati con la catenina

Via Santo Garovaglio Vittima un giovane di 25 anni, è successo alle 20.30. Il padre: «Mio figlio è rimasto due giorni sotto choc» - Messi in fuga dalle urla

«Mio figlio quando è rincasato era spaventato. È rimasto sotto shock per due giorni. Serve più sicurezza nelle nostre strade ma non diamo la colpa solo agli stranieri, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio». A parlarci è il padre di un ragazzo disabile di 25 anni, residente a Como, vittima di una brutta rapina mentre da solo, di ritorno da un pomeriggio in cui aveva fatto attività fisica, stava raggiungendo i genitori.

Cosa è successo

Il fatto è avvenuto in via Santo Garovaglio intorno alle 20.30 di una decina di giorni fa. Il giovane ha poi denunciato l’accaduto ai carabinieri di Como. La vicenda è chiara ed è stata messa nero su bianco dal racconto fatto dal ragazzo. La vittima stava tornando a casa, quella sera, e procedeva lungo la via nei pressi del Valduce per poi raggiungere la via Ferrari. «Mi ero accorto già da un po’ che due ragazzi mi stavano seguendo, così mi sono girato e ho detto loro di allontanarsi», riferisce il venticinquenne ai carabinieri. I malviventi però non si sono affatto allontanati anzi, approfittando dell’assenza di altre persone l’hanno raggiunto sbattendolo contro il muro.

Il giovane disabile a questo punto, stando a quanto riferito ai militari, sarebbe stato schiaffeggiato da uno dei due rapinatori mentre il secondo avrebbe impugnato la catenina che aveva al collo stappandogliela. Il giovane avrebbe iniziato a urlare chiedendo aiuto. «Credo che mirassero anche al marsupio che aveva in vita, e che è poi stato recuperato a terra – ha proseguito nel racconto il padre – Quando mio figlio ha iniziato ad urlare però hanno temuto che qualcuno potesse sopraggiungere e sono scappati».

I rapinatori, racconta il ragazzo, sono scappati verso la via Tommaso Grossi facendo perdere le proprie tracce. La vittima ha riferito ai carabinieri che avevano tra i 20 e i 30 anni, verosimilmente stranieri, vestiti uno di nero con una felpa con cappuccio e l’altro con una felpa di due colori.

Indagini in corso

«Quella sera mio figlio è arrivato da noi 15 minuti dopo rispetto al solito – ha poi concluso il padre – Era spaventato per quello che era accaduto e per due giorni è rimasto sotto shock. Questi episodi purtroppo sono sempre più frequenti, credo che serva una maggiore sicurezza per noi cittadini».

Le indagini sono affidate ai carabinieri della Compagnia di Como. La speranza, come sempre in questi casi, è che qualcuno possa aver visto qualcosa, oppure che la scena possa essere stata ripresa da qualche telecamera presente.

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