Rivoluzione basket: ragazzi più liberi senza vincolo

Novità L’ultimo Consiglio Federale ha ufficializzato questa scadenza e ha deliberato le modalità che stabiliscono il tesseramento annuale

Il 1° luglio 2024 sarà una data epocale per la pallacanestro. Come già stabilito dalla riforma dello sport legiferata nel 2021 con successive modifiche, scatterà infatti l’abolizione del vincolo sportivo in tutte le categorie e le annate maschili e femminili. L’ultimo Consiglio Federale ha ufficializzato questa scadenza e ha deliberato le modalità che, per sommi capi, stabiliscono il tesseramento annuale (o biennale in determinati casi), l’abrogazione del prestito, l’estensione del doppio utilizzo, e una nuova applicazione dei parametri Nas.

Una rivoluzione insomma. Sarà uno tsunami? Lo abbiamo chiesto ai presidenti di alcune società comasche. E i pareri sono discordanti.

Secondo Max Di Landri del Tavernerio «con lo svincolo ogni ragazzo sarà libero di andare dove gli pare. Quindi resta se si trova bene, altrimenti è giusto che cambi. Deve scegliere di restare perché lavora bene e non perché è ostaggio del famoso cartellino. Nessuna società inoltre vivrà di rendita in quanto il parametro Nas verrà diviso in piccole fette a tutti. L’unico, grosso, problema – aggiunge - è che ogni fine stagione si aprirà il mercato: tutti chiameranno tutti, tra società ambiziose, visto che i giocatori non avranno vincoli».

Anche Fabio Borghi del Cucciago Bulls è dello stesso parere. «Sono dell’idea che lo svincolo non cambia nulla, anche perché un giocatore deve sentirsi libero di andare dove vuole. Se vuoi andare via è perché non vuoi restare. Ma via uno, dentro un altro. Materiale ce n’è, basta saperlo usare».

Non è preoccupato neanche Valerio Rossi, dirigente del Btf Cantù, fra l’altro in un settore più complicato come quello femminile. «Non mi sembra una tragedia. Noi sono anni che facciamo attività anche con Csi e Uisp e il tesseramento è annuale. Credo che se il “servizio” che si rende ad atleti e famiglie è adeguato alle aspettative, non c’è necessità di vincoli pluriennali, e l’abolizione toglierà i numeri fittizi che esistono in diverse realtà. E cosa molto importante, spariranno quelli che trattano i ragazzini come merce. Se poi i parametri saranno adeguati, non credo che ci saranno problemi per chi investe una parte importante del budget nel settore giovanile».

© RIPRODUZIONE RISERVATA