Salvare il Carducci. Un appello denuncia
di cento comaschi

La lettera Il gruppo contesta l’attuale gestione e chiede di restituire dignità alla storica associazione: «Basta cause e sostegno all’ingresso del Conservatorio»

Soci, ex soci, cittadini comaschi sensibili appassionati di cultura e desiderosi di riportare il Carducci nell’alveo di ciò che per un secolo è stato.
È vasto e articolato l’elenco dei firmatari; cento comaschi che hanno deciso di rompere il silenzio inviando una nota dettagliata sullo stato presente e sul futuro del l’associazione.

Il documento denuncia un «modello non democratico» nella conduzione della recente assemblea annuale e lancia un chiaro appello: “restituire dignità al Carducci”.

L’obiettivo primario dei firmatari è duplice: chiudere le vertenze legali con il Comune di Como e riorganizzare l’associazione e gli spazi per riportarli a quella «vivacità culturale e onestà intellettuale che ne ha caratterizzato l’opera per oltre un secolo».

Nello specifico la lettera critica aspramente il modo in cui è stata gestita l’assemblea annuale dello scorso 12 settembre. I firmatari - in questo caso non la generalità del gruppo, ma solo i presenti alla serata - intendono richiamare l’attenzione su tre punti cruciali.

Si contestano le modalità di convocazione (solo in bacheca, senza e-mail o altri mezzi precedentemente usati) e, in particolare, la limitazione del diritto di voto imposta ai soci iscritti dopo il 30 agosto 2025, un limite che lo statuto non prevede.

Si evidenzia inoltre una gestione poco trasparente che ha indotto molti a non iscriversi o a cancellarsi. I firmatari lamentano, tra l’altro, di ignorare ancora oggi il numero esatto dei soci iscritti per il 2025. Si critica una gestione «non conforme alle regole di trasparenza» più volte dichiarate dalla presidente Maria Cristina Forgione.

Clima caotico e intimidatorio: La cronaca dell’assemblea descrive un ambiente teso, con l’assenza di microfoni che ha limitato il dibattito e l’approvazione di un bilancio con una «presentazione molto riassuntiva, senza distribuzione di documenti cartacei o proiezioni a supporto».La nota riporta episodi che hanno inasprito il clima, come l’allontanamento di due ex dirigenti storiche, Livia Porta (presidente per nove anni) e Magda Noseda (vicepresidente, archivista e consigliera per un paio di decenni), la cui iscrizione è stata “sospesa” in attesa di una decisione non prevista dallo Statuto.

Il caso più eclatante riguarda l’esclusione di Gerardo Monizza, ex consigliere, a cui la presidente avrebbe impedito l’ingresso e restituito la quota.

La motivazione addotta da un consigliere e un familiare della presidente sarebbe stata la sua “colpevolezza” per aver testimoniato in un contenzioso tra Carducci e Comune, un’azione che, come sottolineano i firmatari, è un dovere legale su convocazione del Tribunale.

Nel contempo, il documento solleva dubbi sul bilancio approvato in quel contesto. I firmatari pongono domande su diverse voci di spesa, in particolare sulle spese legali corrisposte alla presidente e al segretario dell’associazione.

E il futuro? La comunità di soci e cittadini si impegna per un progetto di rilancio che include il sostegno all’ingresso del Conservatorio di Como nei locali al civico 5 del Palazzo.

Si sottolinea l’importanza di questa operazione per non far perdere al Conservatorio il finanziamento del Miur, specialmente perché si tratta di spazi che il Carducci, per dimensione e numero, non ha progetto di utilizzare.

«L’intento dei firmatari - si legge - è chiudere le vertenze con il Comune di Como, di salvare il Carducci e di riorganizzare l’associazione e il palazzo riportandoli nell’ambito della vivacità culturale e dell’onestà intellettuale che ne ha caratterizzato l’opera per oltre un secolo. Nel contempo, è impegno dei soci e della cittadinanza sostenere l’ingresso del Conservatorio di Como al numero 5 del Palazzo (prima che perda il finanziamento del Miur); locali di cui il Carducci non ha progetto d’utilizzo visti la dimensione e il numero, e non utilizzati né utilizzabili dal Carducci».

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