Sindaco e assessore, ironia web. “Giocattoli sconsigliati”

Merone La minoranza pubblica le finte action figure. Alfredo Fusi: «Certe uscite si commentano da sole»

Merone

«Giocattolo non adatto ai meronesi».

La moda delle action figure cala anche su Merone e infiamma una diatriba politica già calda di suo. Il gruppo di minoranza “Insieme per Merone” nelle scorse ore ha pubblicato della action figure sarcastiche... molto, sui suoi canali social, uno sberleffo nei confronti dell’attuale sindaco e del vicesindaco e assessore ai servizi sociali del paese. Definiti giocattoli sconsigliati ai meronesi, con tanto di scritta.

“Il Fusi” sarebbe il primo cittadino Alfredo Fusi presentato con accessori, come scrive la minoranza: «Via delle Bibbiane, “Le piccole cose” e canna da pesca. Controindicazione: allergico sia alle piccole che alle grandi cose, ma anche ai cittadini».

“La Giovanna” è il vicesindaco Giovanna Marchetti: «Accessori: furgoncino servizi sociali, catechismo, lavagnetta con bacchetta. Controindicazione: moralizza spesso».

Il sindaco, tra le sue caratteristiche salienti, a quella di essere un pescatore e da buon pescatore, conoscendo bene il pescato, sguscia dalla polemica. Infatti si sottrae a qualsiasi controversia per se e per il suo gruppo: «Non commentiamo e non commento. Certe uscite si commentano da sole».

In realtà le due action figure, le action figure sono la moda del momento, non hanno stimolato più di tanto la discussione in paese. Sul profilo della minoranza consigliare il post ha avuto una decina d’interazioni e tre condivisioni. Non ha spopolato insomma, d’altra parte in questi giorni la moda è tanto diffusa da passare quasi come la normalità. Il capogruppo di minoranza lamenta invece una reazione smodata: «Tutto è nato a seguito del post di satira che abbiamo pubblicato. I post si possono condividere o meno, possono piacere o non piacere, è legittimo avere opinioni diverse. E se proprio qualcuno si sente toccato o infastidito, può prendersela con me. Io ci metto la faccia, sempre. Quello che non è accettabile è vedere mia madre intimidita da chi ha scelto di scrivere a lei, non a me, parlando addirittura di andare in procura», conclude Nicolò Marchini.

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