Tolgono il nome di Miglio dalla scuola Molteni: «Sfregio a un grande comasco»

La polemica Il Comune bresciano di Adro ha rimosso la scritta dall’istituto comprensivo Il figlio Leo: «Spero che quell’amministrazione sappia qualificarsi per azioni di altra portata»

Como

I due operai sul carrello elevatore rimuovono le lettere del nome a cui 15 anni fa è stato dedicato il polo scolastico di Adro, paese della Franciacorta. È il nome di Gianfranco Miglio, il politologo comasco passato alle cronache politiche come “ideologo della Lega”. E della Lega era l’amministrazione comunale che nel 2010 non solo battezzò il polo scolastico nel nome dell’intellettuale lariano, disseminando anche l’edificio di centinaia di piccoli Soli delle Alpi che vennero però presto rimossi sull’onda delle proteste.

Governa il centrosinistra

Secondo il nuovo sindaco di Adro, eletto per una lista civica di centrosinistra, quella a Miglio non è mai stata una vera intitolazione, e in più - sostiene - la creazione di un posteggio dalla parte opposta dell’edificio potrebbe indurre qualcuno a fare confusione su fronte e retro del complesso.

Spiegazioni che hanno convinto poco i leghisti della Franciacorta, mentre il sottosegretario agli Interni Nicola Molteni, canturino e leghista della prima ora, si indigna. E non manca di sottolineare come la rimozione della scritta avvenga nell’imminenza dell’anniversario della morte del politologo, scomparso il 10 agosto 2001 all’età di 83 anni: «È una vergogna voler cancellare la memoria di un grande storico, di un grande ideologo, e non mi riferisco solo alla Lega perché Miglio è il padre del pensiero sul federalismo, sull’autonomia, sulle municipalità, lui è stato tutto questo e la sua storia non si cancella togliendo una scritta».

Molteni accusa l’amministrazione di Adro di «damnatio memoriae», la volontà di cancellare il ricordo di una persona: «Agire in questo modo è un segno di debolezza per un’amministrazione - aggiunge - Condanno il gesto perché la grandezza di Miglio va al di là della politica, pretendere di cancellarne la memoria vuol dire cancellare la sua grandezza culturale, accademica, ideologica. È inaccettabile al di là delle posizioni politiche, la sua storia include un grande patrimonio di studi. non merita un’onta come questa».

Un’onta, rimarca Molteni, che va a colpire un nostro conterraneo: «Questo è uno sfregio alla memoria di un grande comasco, un grande lombardo e un grande italiano, ed è tanto più odioso perché fatto in questo modo, ad agosto, quasi di nascosto, e alla vigilia dell’anniversario della sua scomparsa, che invece per noi è sempre stata un’occasione di commemorazione. Tutto questo, da comasco, mi ferisce».

Prestato alla politica

La figura di Miglio nasce prima come uomo di scienza e di studi politici: «Solo in un secondo tempo ha deciso di prestarsi alla politica e ha sposato la nostra battaglia. Noi siamo cresciuto alla sua scuola e ne siamo fieri e orgogliosi, ma la sua memoria trascende la politica», conclude Molteni.

Non vuole invece entrare nel merito della polemica il figlio del professore, Leo Miglio, docente universitario di Fisica. «Devo dire che non mi fa una particolare impressione - dice - nel senso che spero che quell’amministrazione comunale abbia cose più importanti su cui misurarsi, oltre che tirare su e giù intitolazioni. C’è una sensibilità diversa, non voglio nemmeno entrare nel merito della polemica sul gesto».

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