Big Como con Cernobbio e San Fermo: il progetto di Rapinese si espande

Il progetto Non c’è solo il territorio di Brunate nell’ipotesi di allargamento dei confini per il capoluogo lariano. Un punto inserito nel programma elettorale del sindaco: «Creare una città che conti davvero in Regione»

Il progetto di una Big Como che il sindaco della città, Alessandro Rapinese, ha inserito nel suo programma elettorale come ultimo punto potrebbe coinvolgere Brunate, ma non solo.

Se Brunate è vicina e con Como condivide già la funicolare, lo stesso servizio idrico e una parte di storia che ha visto il Balcone delle Alpi essere frazione di Como, anche Cernobbio e San Fermo non sono lontano dalla città, anzi, offrono una bella potenzialità che potrebbe fare di Como una Big Como, ovvero una città da oltre 100 mila abitanti.

Lo sguardo sul territorio

«Anche Cernobbio andrà al voto in primavera - commenta il sindaco di Como parlando di una possibile lista Rapinese a Brunate – ed è un’area contigua a Como. L’idea della Big Como è qualcosa di magnifico, creare una città che conti davvero in Regione e che non rischi mai più di diventare provincia di Varese».

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Alessandro Rapinese guarda davvero molto avanti senza perdere di vista quello che c’è da fare nell’immediato, e lo ribadisce: «Prima occorre concentrarsi e sistemare per bene la città, quando avremo trasformato Como in un Comune modello ben amministrato, pulito, ordinato e dove tutto è ben pianificato, chiederemo alle amministrazioni comunali confinanti di aggregarsi e diventare parte del nostro curato e bellissimo Comune».

A Cernobbio in primavera si vota e, se c’è l’ipotesi di una “lista Rapinese” a Brunate, ovvero una lista che si ispiri al programma Rapinese, potrebbe esserci altrettanto a Cernobbio. Avere poi un consiglio comunale a Brunate e a Cernobbio che indirizzi verso un referendum di fusione potrebbe innescare un possibile grande cambiamento anche per il paese di 6.800 abitanti conosciuto in tutto il mondo per il Forum Ambrosetti, Villa d’Este e la sua famosa “Riva”.

Il nodo nascite

«Anche San Fermo – aggiunge Rapinese – se potessi immaginare un futuro uniti diventeremmo magnifici e avremmo un peso diverso anche a livello regionale, sopra i 100 mila abitanti si conterebbe di più».

Inoltre, «se San Fermo passasse sotto Como, si risolverebbe l’annoso problema dei nati a San Fermo della Battaglia che tutti i comaschi conoscono bene. L’ospedale Sant’Anna sarebbe in città», e questo sistemerebbe «la vicenda ospedale e parcheggio dell’ospedale con i suoi incassi, oltre al fatto che faremmo nascere a Como i comaschi».

Dall’ottobre 2010, quando l’ospedale Sant’Anna si trasferì in via Ravona a San Fermo, i nuovi nati sono registrati come “nato o nata a San Fermo della Battaglia”. Per 12 anni nessuno ha mai trovato una soluzione all’impiccio perché la sala parto è nel territorio di San Fermo della Battaglia. Cambiare i confini non è possibile, ma se San Fermo entrasse a far parte di Como tutti i nuovi comaschi e i residenti in provincia di Como avrebbero documenti che riporterebbero nuovamente “nato/a a Como.”

La proposta programmatica di Rapinese non nasce da un improvviso desiderio di magnificenza, né da una piega ludica alla Risiko, il nuovo sindaco di Como al punto 40 del programma aveva inserito questo progetto. Con San Fermo e Cernobbio la città di Como condivide già i servizi sociali attraverso Ascomlar, l’Azienda sociale comasca lariana, i piani di zona di Como sono presieduti dal sindaco di San Fermo e le scuole di San Fermo fanno parte dell’Istituto comprensivo Como Prestino.

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