Il secondo scudetto a firma Magatti. «Ma senza ansia»

Il secondo scudetto. Maria Magatti, una delle giocatrici italiane più forti (non è un caso se ha indossato per 50 volte la maglia della Nazionale di rugby femminile ed è stata chiamata nelle Barbarians, il prestigioso club ad inviti) sabato scorso imponendosi nella finale tricolore con il Villorba, ha conquistato il tricolore, il secondo dopo quello con il Rugby Monza, ottenuto al termine della stagione 2014.

«Ovviamente vincere uno scudetto è sempre un’emozione -spiega la comasca, 32 anni -. Devo dire che quest’anno però ho vissuto l’attesa di questo giorno molto più serenamente rispetto a quella con il Monza. Ho voluto semplicemente vivere la partita insieme alle mie compagne, senza l’ansia del risultato, godendo di ogni secondo». Magatti non è entrata direttamente nel tabellino del match, ma è stato protagonista nelle due azioni che hanno portato alle mete decisive per le trevigiane. Il successo non è arrivato inaspettato.

«Sapevo che durante l’anno il gruppo aveva lavorato bene e che avremmo solo dovuto mettere in campo il nostro modo di giocare. E così è stato - dice la comasca che si è trasferita in Veneto da alcuni anni -. I due scudetti però non si possono paragonare: entrambi sono stati sudati, voluti e ricchi di emozioni, ma quest’anno ero sicuramente più tranquilla, consapevole dei miei e dei nostri mezzi».

Magatti ha lasciato nel 2021 dopo la Coppa del Mondo in Nuova Zelanda, la Nazionale. Una decisione mai “revocata”. «Sono serena riguardo le mie scelte -spiega -. Sono contenta del percorso lavorativo che sto facendo e di aver lasciato spazio alle giovani emergenti. Per l’anno prossimo non ho ancora deciso nulla: vedremo cosa mi riserverà il futuro. Quello che posso dire è che quest’anno a Villorba mi sono sentita a casa e se ci sarà un futuro sarà sicuramente qui». Nel caso restasse nella squadra trevigiana, potrebbe puntare al terzo scudetto.