Ansaloni resta l’eroe: «Stesso entusiamo. E che gioia tornare»

Il suo canestro con Treviso è entrato nella storia e adesso debutta come coach del Pgc e della serie B. «Brienza? Un ragazzo che veniva ai nostri allenamenti»

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E se Luca Ansaloni non avesse segnato quel canestro? Forse Cantù sarebbe finita in A2. E la storia degli ultimi 25 anni magari sarebbe tutta da riscrivere. Il canestro è quello che l’ala dell’allora Poliform realizzò su tocco al volo (dopo il deliberato errore di Santangelo sul secondo dei due tiri dalla lunetta) sulla sirena dei regolamentari contro Treviso il 29 gennaio 2001 (era di lunedì), in un campionato che sembrava segnato. Cantù vinse 106-101 ai supplementari contro la Benetton , per poi inanellare un filotto di quattro successi. E, a fine stagione, anzi addirittura con un certo anticipo, fu salvezza.

La nuova veste

Il tifoso pensa ad Ansaloni e rivive inevitabilmente quel momento storico. Ora però Ansaloni, a 58 anni, è tornato a Cantù in una nuova veste. Sarà alla guida dell’Under 19 del Pgc, che torna ad affrontare anche un torneo senior di B Interregionale con la Robur Saronno.

Un ritorno importante, perché Ansaloni, negli anni, si è costruito una solida carriera nei settori giovanili. È stato a Brescia e arriva da un quadriennio a Tortona, responsabile delle due “cantere”: «Per me – dice il nuovo coach del Pgc - tornare a Cantù è una grande gioia. Sono contento di far parte di questo club, saremo un tutt’uno anche con la prima squadra. Con l’U.19, saremo a totale disposizione: daremo un supporto concreto a livello di giocatori che ci saranno richiesti, ma anche emotivo. Ho ritrovato lo stesso entusiasmo e la stessa competenza di allora: alcuni amici mi hanno dato il bentornato». Ritroverà anche Nicola Brienza: «Allora era un ragazzo che veniva al Pianella a vedere i nostri allenamenti al Pianella, lo ritrovo capo allenatore dopo una promozione: ha fatto un percorso splendido, immagino che sia stata una grande soddisfazione per lui».

Il suo lavoro al Pgc avrà una fine specifico: «I ragazzi necessitano di fare esperienze dirette di basket giocato, anche contro senior che li possano mettere in difficoltà. Questo è il senso della B Interregionale. L’obiettivo è allestire una squadra che lavori per il miglioramento dei singoli: il nucleo principale sarà il nostro, affiancato da qualche giocatore esperto per la B. Non andremo su giocatori formati ma da formare, per lo sviluppo delle loro qualità individuali. Ovvio, si gioca in cinque e ci sarà una crescita di squadra, ma la priorità è dare una prospettiva individuale, la migliore possibile».

Oggi il via alla stagione

Oggi a Cantù Ansaloni e i suoi ragazzi cominceranno il lavoro in vista della prossima stagione: «Molti di loro li ho visti da avversari con l’Under 17 e l’Under 19, contro Tortona. C’è un’ottima base di partenza, noi dovremo metterci del nostro per aumentare il livello tecnico, fisico e mentale. Il problema del basket giovanile, come per la Primavera nel calcio, è che i ragazzi a 18-19 anni finiscono e poi si devono affermare nel basket senior. Ci sono ragazzi come Francesco Ferrari di Cividale e Elisèe Assui di Varese: loro sono due ottimi esempi di giocatori che si sono affermati dopo aver fatto una stagione in B».

E a quel canestro contro Treviso ci pensa ancora? «Aver messo un tassellino nella diga che non è venuta giù e si è consolidata mi strappa sempre un sorriso. Anche per questo sono felice di essere tornato».

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