
( foto Butti)
L’allenatore: «Ora serve allenarsi per mettere le basi della conoscenza reciproca. I buoni risultati danno sollievo all’umore e alla quotidianità e aiutano a fare sempre meglio»
BASKET
«Piano con i giudizi definitivi. Ma siamo nel percorso e nel punto in cui ci eravamo prefissati di essere». Piace questa Cantù che vince le amichevoli - en plein, cinque su cinque -, che mette in mostra i nuovi gioielli di famiglia e che fa già intravvedere sprazzi di gioco efficace.
Dopo aver vinto la Lombardia Cup - vittorie su Bergamo e Cremona - coach Nicola Brienza fa il punto della situazione. Non è passato nemmeno un mese dal primo allenamento a Seveso, ma un primo bilancio si può già fare
«La cosa principale è che tutti stiano bene e si possano allenare. A parte Ajayi, che ha avuto un contrattempo, siamo sempre stati al completo. Ora serve allenarsi per mettere le basi della conoscenza reciproca. Bisogna capirsi stando insieme, quindi ben venga anche il ritiro che abbiamo fatto a Livigno: è stato oro colato».
Fatte le debite premesse e prendendo tutto con le pinze, il tecnico canturino sembra soddisfatto di quanto ha potuto vedere in queste settimane: «Siamo nel percorso che ci eravamo prefissati, dal punto di vista del lavoro da fare e della squadra. Le partite amichevoli, si sa, contano il giusto. Ma se ottieni anche risultati, innegabilmente, danno sollievo all’umore e alla quotidianità e aiutano a fare sempre meglio».
È apprezzata anche una prima corrispondenza tra i “desiderata” di mercato e ciò che poi, effettivamente, è atterrato a Cantù: «In fase di mercato, ogni allenatore si fa un’idea della squadra che vorrebbe allenare. C’è un confronto con il gm e lo staff, si cerca una struttura osservando i paletti di bilancio. Ovviamente, qualcosa può sfuggire nelle valutazioni e solo il vissuto quotidiano dà risposte e permette di strutturare una relazione. E sappiamo bene quanto serviranno gli americani: in serie A, cambiano l’assetto e le possibilità che si hanno, tecniche, fisiche e tattiche. È un mondo che non c’entra con la A2».
Due parole su Jordan Bowden, premiato come Mvp della Lombardia Cup: «Ho percepito nelle scorse settimane uno scetticismo che non capivo. Siamo nella parte embrionale della stagione e ogni giudizio si dovrà rifare tra qualche mese, ma per ora il giocatore sta rispecchiando pienamente tutte le caratteristiche che ci hanno convinto a prenderlo. È vero, la sua breve esperienza francese non è stata positiva, ma può capitare. La sua carriera, invece, parla molto chiaro».
Cosa lascia questa Lombardia Cup? «Contro Bergamo ha pesato un po’ la stanchezza della settimana, molto impegnativa, passata in palestra. C’era bisogno di prendere ritmo e siamo stati magari poco attenti in certe situazioni, che ci sono costate punti eccessivi. Con Cremona, invece, siamo stati più attenti e disciplinati. Ho apprezzato la capacità di stare concentrati sugli aspetti che avevamo evidenziato al mattino: sintomo di una squadra sicuramente intercambiabile, come si è potuto vedere, ma anche ricettiva e che ha piacere nell’essere allenata».
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