Pallacanestro Cantù / Cantù - Mariano
Mercoledì 03 Dicembre 2025
«Cantù ci mancava. Felice che sia in A e di giocare a Desio»
Serie A Pippo Ricci, capitano dell’Olimpia, oggi è a Como con il suo libro “Volevo essere Robin” e un bel progetto: «Il basket di alto livello aveva bisogno della S.Bernardo»
cantù
“Volevo essere Robin”. Come dire: meglio non essere del tutto protagonisti come Batman. Ma è anche il titolo del libro autobiografico scritto da Giampaolo “Pippo” Ricci, di professione cestista, ruolo ala, co-capitano dell’Olimpia Milano (a proposito, sabato 20 ci sarà il derby con Cantù a Desio) con Shavon Shields.
Un libro che sarà presentato oggi alle 17.30 allo “Spazio Gloria” a Rebbio, in un incontro organizzato dall’Us Alebbio e dalla Libreria dei ragazzi di Como, in collaborazione con la Parrocchia di Rebbio e il progetto “Oltre la Scuola”.
Lo spunto
Lo spunto lo dà l’incontro e, in un contesto “extrasportivo”, il giocatore - 34 anni e una carriera decollata oltre i 25 – non può lasciarsi andare troppo oltre. Ma, come tutti, attende il derby di Desio. Anche perché, per Ricci, sarà il primo in assoluto: «Sono felice prima di tutto che Cantù sia tornata in serie A, era una realtà che mancava al nostro basket di alto livello. Non vedo l’ora quindi di scendere in campo».
“Pippo”, a Desio, c’era già stato: «Molti anni fa, quando giocavo a Cremona: era la Cantù di Burns, Cournooh, nella stagione 2017/18. Ricordo il gran tifo che c’era allora. Immagino cosa potrà succedere in occasione di un derby che manca da quattro stagioni...».
E poi c’è quel legame con la Nazionale, che spera di riconquistare: «Ho seguito i ragazzi nella finestra Fiba. Che dire? Spero di esserci al momento giusto per i Mondiali e, perché no, per Los Angeles 2028. Ma ho 34 anni, vediamo... io sogno sempre».
E il sogno è il motore che ha animato tutta la sua carriera, fin da ragazzino. Ed è finito tutto in un libro: «Sono giovane per un’autobiografia, ma non l’ho scritta per fare io fenomeno. C’era un’esigenza di scrittura: mi sono messo a nudo, raccontando i miei sacrifici, il ragazzino che si è conquistato tutto da solo. Ho esordito in A a 27 anni: è un messaggio di speranza per i giovani. E tra i giovani, il libro sta avendo un bel successo e mi piace presentarlo davanti a giovani cestisti di una piccola realtà».
L’evento di oggi è stato proprio in quest’ottica: offrire ai ragazzi e ragazze del quartiere una riflessione collettiva sul senso dello sport, della fatica e dell’impegno, sulle sfide quotidiane che ogni giovane affronta nel costruire il proprio percorso tra scuola, passioni e responsabilità.
Il volontariato
E, nel caso di Ricci, c’è anche tanto volontariato. Proprio come Robin accanto a Batman, Ricci racconta il valore di chi sceglie la strada della collaborazione, della cura degli altri e dell’impegno silenzioso: è fondatore di Amani Education.
«È un’organizzazione di volontariato, che punta a portare un’istruzione di qualità a ragazze e ragazzi della Tanzania. Abbiamo costruito una scuola che già ospita cento giovani, un grande traguardo. Il 9 faremo una tombolata a Milano di fundraising. Il basket? Attraverso Amani mi sta “chiedendo scusa” per le serate saltate, le cene rimandate e i nipotini che non ho visto crescere quando facevo di tutto per emergere. Ed è una bella sensazione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA